La Corte di Cassazione ha confermato l'assoluzione nei confronti dei sei poliziotti e dei due carabinieri accusati di omicidio preterintenzionale e sequestro di persona per la morte di Giuseppe Uva, l'operaio di Varese, deceduto a giugno 2008 in ospedale, dopo aver trascorso la notte nella caserma dell'Arma.

Una vicenda giudiziaria durata un decennio su cui ora viene messa la parola fine, visto che i supremi giudici hanno rigettato i ricorsi presentati dalla Procura generale di Milano e dalle parti civili contro la sentenza d'appello che aveva anch'essa assolto con formula piena tutti gli indagati.

La decisione è stata accolta con estrema soddisfazione dagli imputati e, per contro, con profonda delusione da Lucia Uva, sorella di Giuseppe, cui è arrivata subito la solidarietà di Ilaria Cucchi, sorella di Stefano Cucchi, il cui caso è stato spesso accostato alla vicenda di Varese.

''Sono addolorata, come semplice cittadina non ho gli strumenti per comprendere tutto questo ma da cittadina, che ha seguito attivamente il processo Uva fin dai primi istanti, andando ad ogni udienza, posso dire che non dimenticheremo Giuseppe'', le sue parole.

La famiglia Uva, nonostante il terzo grado di giudizio, annuncia l'intenzione di andare avanti per avere "verità e giustizia".

"Una sentenza sbagliata rimane sbagliata anche se confermata in Cassazione. Ci rivolgeremo alla Corte europea dei diritti dell'uomo", ha annunciato l'avvocato di Lucia Uva, Fabio Ambrosetti,

(Unioneonline/l.f.)
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