Colpo di scena nella vicenda che vede protagonista Marco Carta, accusato di aver tentato di rubare, assieme all'amica Fabiana Muscas, sei costosissime magliette alla Rinascente di Milano (valore circa 1.200 euro).

Il pm di Milano Nicola Rossato ha infatti firmato il ricorso in Cassazione contro la mancata convalida dell'arresto del cantante cagliaritano da parte del giudice Stefano Caramellino.

Una decisione, quella del magistrato, motivata dal fatto che gli "elementi di sospetto" a carico del cantante erano "del tutto eterei, inconsistenti" e la "versione degli imputati non è allo stato scalfita da alcun elemento probatorio contrario". Il giudice, nell'ordinanza, aveva anche parlato anche di "carenza di gravità indiziaria" per Carta, e di un arresto che "non può ritenersi legittimo".

Di qui la decisione di non convalidare l'arresto di Carta, che aveva passato una notte ai domiciliari.

Quanto alla Muscas, il giudice aveva invece confermato l'arresto, senza però applicare alcune misura cautelare.

Per entrambi il processo è fissato il prossimo 20 settembre.

Dal canto proprio, il cantante si è sempre detto innocente.

"Non ero conscio di quanto stava accadendo - ha ribadito in una delle sue ultime dichiarazioni, in occasione dell'uscita del suo ultimo album "Bagagli leggeri" - altrimenti mi sarei dissociato o l'avrei impedito. Per il processo a settembre sono tranquillo, anzi, non vedo l'ora".

E in un'intervista a L'Unione Sarda.it ha spiegato: "Io non ho fatto niente e quello che ho dichiarato corrisponde al vero". Aggiungendo: "C'è un tribunale che decide per queste cose, l'argomento è inconsistente. A me è dispiaciuto molto per Fabiana perché è un'amica e una cosa negativa non può cancellare anni di amicizia. Non so perché abbia commesso il furto, sicuramente non per nuocere a me".

(Unioneonline/l.f.)
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