A Palermo, in piazza Verdi, davanti al Teatro Massimo, si è tenuta giovedì la sesta commemorazione in ricordo di Mario Biondo, il cameraman palermitano morto impiccato il 30 maggio 2013 a Madrid, in Spagna.

Tanti gli amici, conoscenti o semplici cittadini che nel corso di questi dolorosi anni si sono interessati alla storia di Mario e hanno deciso di scendere in piazza per manifestare, stringendosi alla famiglia per chiedere verità.

Era presente all’evento anche l’avvocato Carmelita Morreale, visibilmente commossa e intenzionata a proseguire il procedimento per far ottenere a Mario la giustizia che merita. Sono state proiettate le immagini più belle di Mario, le foto in cui era spensierato, felice, sereno e circondato dagli affetti più cari.

"Ti vuole bene tutta Palermo" è la frase scritta su un bigliettino che Santina, mamma di Mario, ha trovato pochi giorni prima della commemorazione sulla lapide del figlio. Un messaggio che rappresenta l’affetto incondizionato di una città che ha visto crescere uno dei suoi figli che oggi non c’è più, che si è spento misteriosamente e urla ancora a gran voce verità e giustizia.

"Ti vuole bene tutta Palermo" recita un biglietto (foto L'Unione Sarda - Barraco)
"Ti vuole bene tutta Palermo" recita un biglietto (foto L'Unione Sarda - Barraco)
"Ti vuole bene tutta Palermo" recita un biglietto (foto L'Unione Sarda - Barraco)

Sì, perché noi italiani ci affezioniamo a certe storie in modo incondizionato, perché diventano una parte integrante di noi e vogliamo che si risolvano nel migliore dei modi. Noi tutti siamo spettatori di questa vicenda proprio perché non abbiamo mai conosciuto Mario, non abbiamo mai avuto la fortuna di parlare con lui, di passeggiare tra le vie del centro storico con una birra in mano condividendo passioni, sogni e speranze.

Purtroppo non potremo mai farlo perché Mario non c’è più. Ma attraverso le foto che orgogliosamente ci mostra mamma Santina, i racconti dei fratelli e degli amici, abbiamo imparato a conoscerlo, ad aprirgli la porta del nostro cuore e farlo diventare una parte viva di noi, della nostra vita.

Il caso, ricordiamo, era stato archiviato inizialmente come suicidio dagli inquirenti spagnoli. La famiglia Biondo non ha mai creduto alla tesi del suicidio e da quella maledetta notte di maggio si è battuta con tutte le forze per far luce sulla vicenda. Tante le incongruenze che sono emerse nel corso degli anni, partendo proprio dall’ora del ritrovamento del cadavere sino ai testimoni vicini a Mario per non parlare dell’atteggiamento sospetto della vedova Raquel Sanchez Silva che sin da subito ha preso le distanze dalla famiglia Biondo.

Le indagini hanno appurato che la morte di Mario Biondo è avvenuta per omicidio volontario con l’aggravante della premeditazione, come è stato rubricato nell’ottobre 2013 dai tribunali italiani.

Angelo Barraco
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