Un bambino cieco di sei anni, figlio di un suo vicino di casa, è cieco e non può prendere lo scuolabus, sprovvisto del necessario servizio di accompagnamento per minori disabili.

Così lui, pensionato di 84 anni, ogni mattina prende l'auto e percorre una quindicina di chilometri per portarlo a scuola. E nel pomeriggio fa lo stesso tragitto per riportarlo a casa. Per una sessantina di chilometri in totale, ogni giorno per cinque giorni alla settimana, tutti di curve e tornanti lungo strade di montagna.

Una splendida storia di solidarietà arriva dalle montagne aretine, da Consuma per la precisione, frazione di Montemignaio.

Il padre del bimbo, un taglialegna macedone, non può accompagnare il figlio a Pelago (paese in cui si trova la scuola) perché ogni mattina deve andare nei boschi per guadagnarsi da vivere.

E il taglialegna, commosso dalla situazione del piccolo, si è offerto di accompagnarlo.

A raccontare la storia al Corriere Fiorentino è un ex assessore di Rignano sull'Arno (Firenze). "Una storia di ordinaria generosità, in un momento in cui i fascisti non fanno entrare una famiglia in una casa popolare, in una frazione di cinquanta anime una persona si sacrifica per un bimbo macedone non vedente", dice.

"Tutte le mattine - racconta invece il pensionato - quando lo lascio a scuola, vedo Goran avvicinarsi agli altri bambini. Tocca i loro visi e li riconosce uno per uno, è una cosa stupenda".

(Unioneonline/L)
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