Il procuratore generale Mario Remus ha chiesto il non doversi precedere per prescrizione del reato al processo in Corte d'assise d'appello in cui sono imputati cinque medici dell'ospedale Sandro Pertini per la morte di Stefano Cucchi.

"La prescrizione del reato è una sconfitta per la giustizia ma questo processo è stato fatto fra mille difficoltà" ha sottolineato il pg nella sua requisitoria, aggiungendo che "i periti sono stati bravi a far luce sulla vicenda in modo equilibrato. Sottoscrivo in toto quanto scritto da loro".

Nel corso del processo, ha detto, sono emersi "tutti gli elementi che indicano la sciatteria e la negligenza che imperversava all'ospedale", primo fra tutti il fatto che nella cartella clinica del paziente "non si diceva mai quanto beveva, era un paziente trascurato,o forse si voleva nascondere qualcosa".

"Non si scriveva mai quanti liquidi assumesse il paziente, tanto che a un certo punto, dopo diversi giorni, un infermiere si è accorto che qualcosa non andava e ha chiesto di controllare se Cucchi bevesse e quanto bevesse, ma era ormai troppo tardi" e il geometra 31enne, arrestato una settimana prima, morirà poco dopo, il 22 ottobre del 2009.

"Da parte dei medici ci fu un sordo disinteresse delle sue condizioni, non c'è stato alcun 'ascolto' clinico: Cucchi non è stato ascoltato e non è stato trattato come avrebbe dovuto. È vero, forse Cucchi era un paziente difficile, ma perché aveva anche delle recriminazioni per come la giustizia lo stava trattando, visto che era incensurato".

"Per salvarlo - la conclusione - sarebbe bastato un tocco di umanità, un gesto, per convincerlo a bere e a mangiare".

(Unioneonline/D)
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