"Siamo dispiaciuti".

Queste, secondo la difesa, le parole di alcuni giovani fermati dalla Polizia per la morte di Antonio Stano, il 66enne di Manduria, in provincia di Taranto, morto in ospedale dopo tre interventi chirurgici e vittima delle angherie dei ragazzi.

Oggi si sono tenuti gli interrogatori che dovrebbero ricostruire in modo ancora più dettagliato la terribile storia della baby gang tarantina.

Per il momento il giudice ha ascoltato i due maggiorenni e quattro dei sei minorenni. Tutti si sono riconosciuti nei video finiti agli atti della Procura, hanno risposto alle domande e, dicono i difensori, sono apparsi "molto provati".

Il più grande, che ha 22 anni, ha confessato di aver partecipato a un solo raid nella casa del pensionato ma negato di aver avuto un ruolo attivo.

"Non ha fatto alcun tipo di tortura - precisa il legale del ragazzo - ha preso parte a un solo episodio nel quale tra l'altro era presente incidentalmente. Il suo è un ruolo marginale e, anzi, non conosce proprio gli altri componenti del gruppo".

Ora i gip dovranno decidere se convalidare i fermi e stabilire se la misura cautelare va confermata, revocata o attenuata.

(Unioneonline/D)
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