A distanza di nove anni dalla morte di Michael Seifert, c'è ancora chi omaggia la lapide del "boia di Bolzano" con fiori e decorazioni nel cimitero di Santa Maria Capua Vetere.

Una situazione "sfacciata e spregevole", l'hanno definita Guido Margheri e Agostino Morgillo, presidenti dell'Anpi Alto Adige Südtirol e Caserta, che in una lettera ai sindaci di Bolzano e Santa Maria Capua Vetere hanno chiesto di trasferire la salma del criminale nazista in una tomba anonima.

"Seifert - si legge nella lettera - è stata una figura di primo piano nella gestione del campo di sterminio 'Durchganglager' di via Resia a Bolzano dove si è macchiato di crimini e atrocità, come sancito dalla sentenza del Tribunale militare di Verona che lo ha condannato all'ergastolo (in contumacia, ndr) nel 2000".

Arrestato in Canada nel 2002 ed estradato in Italia nel 2008, è morto nel carcere di Santa Maria Capua Vetere nel 2010, a 86 anni.

Da quel momento in tanti ancora portano fiori al loculo: "Un'offesa alle vittime della sua disumana violenza e di tutte le vittime del nazifascismo", scrivono i presidenti dell'Anpi.

"Non si tratta, ovviamente, di negare a nessuno il diritto a una sepoltura dignitosa - la conclusione - ma, come nel caso del 'boia' della strage delle Fosse Ardeatine, Erich Priebke, di farlo in forma rigorosamente anonima, in modo che la tomba non sia una sorta di postumo omaggio simbolico ai disvalori nazifascisti".

(Unioneonline/D)
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