Ci sarebbero dei video che testimoniano quanto accaduto quel 14 luglio 2018 a Cantù, in provincia di Como, dove quattro ragazzine avrebbero subito una violenza di gruppo durata ore.

Secondo la ricostruzione dei carabinieri, le giovani, tutte comasche e minorenni, sono state attirate in una trappola studiata nei minimi dettagli da giorni.

Conoscevano i loro aguzzini (cinque studenti, tre di nazionalità albanese e due marocchini, residenti regolarmente in Italia con le loro famiglie), frequentavano la stessa scuola. Le avevano invitate per un pomeriggio di svago, ci sarebbero stati spinelli e birrette, a casa di uno di loro. I genitori erano via per lavoro.

Le ragazze hanno accettato, e da lì - stando alle indagini dei militari e ai racconti delle ragazze - è iniziato un incubo durato almeno due ore.

Dopo averle chiuse in casa e aver nascosto la chiave, le attenzioni del branco si sono subito concentrate su una di loro. Inseguita, sbattuta a terra, insultata e spogliata. Poi palpeggiata ovunque, forse anche presa a morsi.

Le altre costrette a guardare, a non reagire o urlare altrimenti sarebbero state lanciate giù dal balcone. Il tutto mentre uno di loro girava dei video, minacciando la vittima di stare zitta o quei video sarebbero finiti in rete.

I ragazzi, solo uno di loro ha ammesso vagamente i fatti mentre gli altri sono rimasti in silenzio, sono stati arrestati per violenza sessuale di gruppo, sequestro di persona e lesioni personali, detenzione e traffico di droga.

(Unioneonline/D)
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