Alle 10.30 davanti al Palazzo dell'Arte che affaccia su Parco Sempione, a Milano, marito e moglie sulla settantina sono in attesa di entrare per visitare la XXII esposizione internazionale della Triennale, Broken Nature: designe takes on human survival. "Veniamo da Saronno, viviamo lì da 45 anni". Lui, Giovanni, è di Sant'Antioco, come la compaesana Chiara Vigo, ultima maestra di bisso marino, che espone una preziosa tela: "Il leone delle donne". Sono lì solo per lei.

"Il leone delle donne", l'opera esposta alla Triennale (foto L'Unione Sarda - Simona Arthemalle)
"Il leone delle donne", l'opera esposta alla Triennale (foto L'Unione Sarda - Simona Arthemalle)
"Il leone delle donne", l'opera esposta alla Triennale (foto L'Unione Sarda - Simona Arthemalle)

Tra gli artisti e le cento opere dell'esposizione che parla di "natura spezzata", del rapporto tra l'uomo e l'ambiente, di come il design, l'architettura, la scienza e la tecnologia possano contribuire per risolvere i problemi dell'ambiente, c'è "Il leone delle donne", opera realizzata nel 1996 con una tecnica millenaria trasmessa per linea materna: quel filo prezioso che la Vigo ha imparato a tessere è una sottile bava di cheratina prodotta da un mollusco, la pinna nobilis, oggi in via d'estinzione. Una volta seccata produce un filamento sottile e pregiato che, per l'appunto, può essere lavorato.

Il quadro si trova tra i kimono indossati dalle donne giapponesi che si guadagnano da vivere con le immersioni subacquee e la pesca in apnea e gli accessori e i prodotti portatili che sfruttano la versatilità dei tessuti per fornire ombra e una sana protezione solare, riducendo così i rischi delle creme (nocive per l'ambiente).

Continuando la visita nei due piani del Palazzo si trovano sculture, videoinstallazioni e immagini che colpiscono esteticamente. In alcuni casi prevalgono scienza e tecnologia, in altri arte e design o entrambi uniti tra loro.

La sensazione è quella di passeggiare, come sostiene la stessa curatrice, in "un museo di storia naturale del futuro", dove si passa dal cosmo agli oggetti che fanno parte del quotidiano.

La curatrice di questa XXII esposizione è Paola Antonelli. Sassarese, è direttore del Dipartimento di Architettura e Design del MoMa di New York. E in questa edizione milanese ha curato l'allestimento di progetti che puntano a sensibilizzare sui disastri dell'uomo sull'ambiemnte ma anche come contribuire per salvarlo.

Si susseguono così sculture ibride umani-animali, altre composte da alghe, uno studio dell'impatto dei fiori di loto sull'ecosistema del bacino fluviale di Mantova e una installazione che prova a raccontare attraverso la musica la fine della vita di una stella.

Una scultura ibrida umana-animale (foto L'Unione Sarda - Simona Arthemalle)
Una scultura ibrida umana-animale (foto L'Unione Sarda - Simona Arthemalle)
Una scultura ibrida umana-animale (foto L'Unione Sarda - Simona Arthemalle)

E non poteva mancare un po' di Sardegna: i manufatti tipici di San Vero Milis, ripensati attraverso le indicazioni del design contemporaneo. Cestini i cui inserti in tessuto sono stati colorati con i pigmenti delle alghe, contenitori realizzati con la tecnica dell'intreccio maschile in olivastro e canne.

Non è facile "scovarle" tra le tende blu e i soffitti alti della Triennale, ma uno schermo che proietta un filmato - sottotitolato in inglese - e con l'audio originale fa subito capire al visitatore che la storia - tra le onde del mare, le canne della laguna, la cadenza marcata - arriva dal piccolo centro agricolo dell'Oristanese.

L'iniziativa nasce dal progetto della Fondazione Medsea insieme a Luma e si inserisce nel contesto più ampio del progetto "Maristanis" per la tutela e lo sviluppo sostenibile delle zone umide, declinata nelle sue possibili espressioni artistiche.

Se la si percorre più volte, e attentamente, l'ambizione di "Broken nature" si capisce sin dalla prima opera: un arazzo di dati che illustra come molteplici aspetti del nostro ambiente siano cambiati nei secoli passati e come stanno ancora cambiando.

E come ancora cambieranno in futuro.

Simona Arthemalle

(Unioneonline)

LE INSTALLAZIONI:

Il leone delle donne di Chiara Vigo
Il leone delle donne di Chiara Vigo
Il leone delle donne di Chiara Vigo
Alla Triennale di Milano l'esposizione numero 22
Alla Triennale di Milano l'esposizione numero 22
Alla Triennale di Milano l'esposizione numero 22
Il titolo è "Broken nature: design takes on human survival"
Il titolo è "Broken nature: design takes on human survival"
Il titolo è "Broken nature: design takes on human survival"
Il simposio con Paola Antonelli, curatrice sassarese dell'esposizione
Il simposio con Paola Antonelli, curatrice sassarese dell'esposizione
Il simposio con Paola Antonelli, curatrice sassarese dell'esposizione
All'interno più di cento opere e installazioni
All'interno più di cento opere e installazioni
All'interno più di cento opere e installazioni
Nei due piani sculture, installazioni, videoinstallazioni e immagini
Nei due piani sculture, installazioni, videoinstallazioni e immagini
Nei due piani sculture, installazioni, videoinstallazioni e immagini
"Il leone delle donne" dell'artista di Sant'Antioco Chiara Vigo
"Il leone delle donne" dell'artista di Sant'Antioco Chiara Vigo
"Il leone delle donne" dell'artista di Sant'Antioco Chiara Vigo
L'esposizione spiega che "la natura è tutto"
L'esposizione spiega che "la natura è tutto"
L'esposizione spiega che "la natura è tutto"
Parla di “natura spezzata”, di quel che non va nel clima e nell’ambiente
Parla di “natura spezzata”, di quel che non va nel clima e nell’ambiente
Parla di “natura spezzata”, di quel che non va nel clima e nell’ambiente
All'interno anche i manufatti di San Vero Milis
All'interno anche i manufatti di San Vero Milis
All'interno anche i manufatti di San Vero Milis
Una delle opere all'interno del Palazzo (foto L'Unione Sarda - Simona Arthemalle)
Una delle opere all'interno del Palazzo (foto L'Unione Sarda - Simona Arthemalle)
Una delle opere all'interno del Palazzo (foto L'Unione Sarda - Simona Arthemalle)
© Riproduzione riservata