Il gip di Milano Anna Magelli ha mandato a giudizio una ragazza di 23 anni con le accuse di atti persecutori e violenza privata per quello che nel capoluogo lombardo sarà il primo processo su un presunto caso di "Blue Whale", il gioco nato in Russia che spinge gli adolescenti ad atti autolesionisti fino a farli suicidare gettandosi dal tetto di un palazzo.

La ragazza si sarebbe spacciata per "curatore" del suddetto gioco, e tramite Facebook e Instagram avrebbe individuato la sua vittima in una ragazzina oggi 14enne, che all'epoca dei fatti di anni ne aveva appena 12.

Con la complicità di un 16enne di origini russe, l'imputata avrebbe provocato nella vittima un "perdurante e grave stato di ansia e di paura".

Tra il maggio e il giugno 2017 avrebbe contattato la ragazzina sostenendo di essere uno dei "curatori" del diabolico gioco. L'avrebbe costretta a infliggersi alcuni tagli sul corpo e ad inviarle le foto, come primo step delle 50 prove di coraggio.

Le indicazioni sui gesti da compiere la 23enne li avrebbe concordati con l'adolescente russo.

"Se sei pronta a diventare una balena inciditi 'yes' sulla gamba, se non lo sei tagliati molte volte per autopunirti", recita un messaggio. La 23enne avrebbe anche costretto l'adolescente a compiere gli atti sotto minaccia: "Conosco il tuo indirizzo Ip, posso raggiungerti e ucciderti se interrompi la partecipazione alla Blue Whale Challenge".

(Unioneonline/L)
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