"Non possiamo escludere che, in caso di ritardi prolungati" dei lavori della Tav Torino-Lione "dovremo chiedere all'Italia di restituire i contributi già versati" dall'Ue per cofinanziare l'opera, che fa parte della rete di collegamenti paneuropei Ten-T.

Lo ha ribadito un portavoce della Commissione Europea, mentre in Italia continua il dibattito all'interno del governo sull'infrastruttura.

Il vicepremier Luigi Di Maio sabato, in visita in Abruzzo, ha assicurato che, finché il Movimento Cinque Stelle sarà al governo, l'opera non si farà, mentre il leader della Lega Matteo Salvini ha garantito che l'infrastruttura dovrà essere portata a termine.

Per la costruzione della linea dell'alta velocità sono stati approvati cofinanziamenti per 813,8 milioni di euro; se i ritardi dell'opera, che già ci sono a causa del blocco dei cantieri, si protrarranno, c'è il rischio che i fondi che non si riesce ad impiegare in Italia vengano riallocati ad altri progetti della rete Ten-T, fuori dal nostro Paese.

Il Grant Agreement, l'accordo di finanziamento, può anche essere rivisto, ma occorre che l'esecutivo prenda una decisione: a giugno ci sarà una valutazione di tutti i progetti Cef (Connecting Europe Facility) e, se l'Italia non vuole perdere i fondi, è bene che una decisione venga presa per tempo, prima di quella scadenza.

LA REPLICA DI TONINELLI - "L'analisi costi-benefici sulla Tav è stata decisa da un governo sovrano che vuole spendere al meglio i fondi pubblici".

Questa la replica del ministro delle Infrastrutture, Danilo Toninelli, alle parole del portavoce della commissione Ue.

L'esponente 5 Stelle ha poi aggiunto: "L'Ue stia tranquilla, a giorni avrà, come da accordi, la documentazione".

(Unioneonline/F)
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