Ci sono dieci nuovi indagati - tecnici e dirigenti di Autostrade per l'Italia e Sprea (società delegata per il monitoraggio della rete autostradale) - con l'accusa di falso nell'ambito dell'indagine sul crollo del Ponte Morandi, avvenuto lo scorso 14 agosto.

Nella tragedia sono morte 43 persone.

La Guardia di finanza del primo gruppo di Genova ha eseguito nuove perquisizioni e sequestri, acquisendo ulteriore documentazione nelle sedi di Aspi, Spea e negli uffici dell'Utsa (ufficio tecnico sicurezza autostrade) a Milano, Bologna, Firenze, Bari e nel capoluogo ligure.

Il nuovo blitz riguarda altri cinque viadotti che sarebbero in condizioni di rischio.

Uno di questi si trova non distante dal ponte crollato e fa parte della bretella di collegamento tra la A7, la Milano-Genova, e lo svincolo autostradale di Genova-Sampierdarena.

Due viadotti si trovano a Bari e Pescara, mentre altri due al momento vengono tenuti segreti per evitare allarmismi.

Intanto, lo slittamento della traduzione della perizia in tedesco degli esperti nominati dal giudice di Genova potrebbe influire sui tempi della demolizione del moncone est e sulla data dell'incidente probatorio, fissato per l'8 febbraio.

Il progetto per la ricostruzione del ponte è affidato a una cordata di aziende composta da Salini Impregilo, Fincantieri e Italferr.

(Unioneonline/F)
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