Commercio auto rubate, 30 arresti e cento vetture recuperate
Maxi operazione della Polizia contro un'associazione a delinquere che aveva un'organizzazione capillarePrima individuavano i veicoli più idonei, poi li rubavano per lo smontaggio di costosi pezzi di ricambio che, privati degli elementi identificativi, venivano immessi nel mercato internazionale clandestino, anche vendendoli online.
E prediligevano le vetture ibride, visto il valore non da poco della batteria delle auto di nuova generazione.
In alcuni casi - soprattutto per quanto riguarda auto di grossa cilindrata - rivendevano direttamente le vetture rubate in Paesi esteri.
La polizia ha sgominato a Roma un'associazione a delinquere dedita al furto e alla commercializzazione di automobili e pezzi delle stesse, dando esecuzione a 30 misure cautelari e recuperando un centinaio di veicoli.
A capo della banda c'era un cittadino albanese, che si avvaleva della collaborazione di due italiani e di un esteso gruppo di malviventi, ognuno di loro aveva un preciso incarico a seconda delle competenze. C'era chi rubava le auto, chi le trasportava nelle "officine" improvvisate, chi ne smontava i pezzi, chi si occupava di ottenere i documenti falsi, e chi le spediva nei Paesi esteri.
Tra i trenta arrestati italiani, albanesi, moldavi e polacchi.
Coinvolti anche due autodemolitori della periferia romana. Il loro compito era di far sparire le parti delle auto "scomode" frantumandole dentro le presse.
Tutti i veicoli venivano rubati a Roma e provincia, poi commercializzati il più delle volte nei Paesi dell'Est Europa, ma anche in Spagna e in Germania.
Un'indagine, quella della Polizia, durata quasi un anno.
(Unioneonline/L)