La migrazione rappresenta un percorso volontario e rischioso che affrontano milioni di persone per sfuggire ai conflitti che attanagliano la loro quotidianità. Uomini, donne e bambini sono costretti a intraprendere rotte incerte, rivolgendo le loro uniche speranze di sopravvivenza ai trafficanti.

Il Mar Mediterraneo, che dalla Libia conduce all’Italia, rappresenta ancora oggi un cimitero dentro il quale si specchiano i volti di vittime innocenti che avrebbero voluto cambiare la propria vita. Secondo quanto riportato dai dati Unicef, nel 2018 sono morti in mare oltre 400 bambini e ragazzi che hanno tentato il viaggio della speranza. Tanti altri, invece, hanno perso la vita durante la prigionia in Libia.

Da una recente inchiesta pubblicata dal Messaggero, che coinvolge una task forse internazionale, l’FBI, la polizia italiana di Caserta, Roma, Palermo, Torino e la polizia canadese, è emerso che la mafia nigeriana gestiva il mercato del sesso e del traffico degli organi, smistando in Italia diversi traffici illeciti sul litorale campano. Un flusso di denaro che transita tra i principali gruppi criminali della mafia nera che vivono negli Stati Uniti e gli immigrati che vivono in povertà sul Litorale Domitio. Denaro che sarebbe servito per finanziare le tratte di esseri umani, pagare gli scafisti e togliere la speranza a quelle ragazze che, arrivate in Italia, finivano nascoste nelle case abusive e avviate alla prostituzione.

Mediante l’ausilio del trasferimento di denaro elettronico (money transfer/Western Union) le organizzazioni nigeriane hanno spostato denaro illecito a Castel Volturno. Soldi che finivano nelle tasche di insospettabili migranti, denaro che proveniva direttamente dal Canada o da importanti city americane.

Le ragazze venivano costrette a prostituirsi mediante violenze e riti voodoo; pratica magica ancora in uso che le teneva imprigionate con un debito che oscillava dai 15mila ai 20mila euro, alcune venivano portate nel Nord Europa, altre ancora nei bordelli in Scandinavia.

Oltre alla prostituzione, gli investigatori stanno cercando di far luce sul terribile fenomeno del traffico d’organi. "Questa notizia purtroppo non mi meraviglia", dichiara l’avvocato Antonio Maria La Scala, presidente dell’Associazione Penelope Italia Onlus, da sempre in prima linea per il contrasto al problema della scomparsa e fenomeni criminali connessi; "sono anni che in ogni circostanza ho denunciato pubblicamente la connivenza del personale sanitario, medico e paramedico. Non potrebbe mai esserci il fenomeno dell’espianto di organi da persone se non ci fosse la compiacenza e il favoreggiamento di personale sanitario. Per cui auspico che finalmente l’Italia e la comunità internazionale aprano gli occhi su questo fenomeno che è veramente molto grave".

Angelo Barraco
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