Un non vedente va a messa accompagnato dal suo cane guida e il parroco lo rimprovera: "La prossima volta l'animale deve restare fuori dalla chiesa".

È successo a Sesto San Giovanni (Milano), nella parrocchia di Santo Stefano.

A raccontare la storia è stato lo stesso non vedente su Facebook: "Mi reco, accompagnato da Pepe, a messa. Come abitualmente faccio, in questa e in altre chiese, mi fermo appena oltrepassato l'ingresso, per essere pronto ad uscire nel caso Pepe dovesse disturbarela funzione".

Arriva il momento della comunione e l'uomo si mette in fila: "A quel punto Pepe, stretto tra le persone in coda e quelle di ritorno nell'affollato corridoio, si agita un po' e abbaia, strettamente trattenuto vicino alle mia gambe e con la mia mano stretta intorno al collare".

Alla fine della funzione una signora lo avvisa che il prete vuole parlargli, così l'uomo lo attende per una decina di minuti, "convinto di una buona parola". Ma il parroco lo rimprovera: "Senti - gli dice - il cane qua dentro non va per niente bene. Se disturba la funzione non puoi portarlo dentro. Sai, gli anziani si spaventano, devi lasciarlo fuori".

Il racconto dell'uomo, basito dalle affermazioni del prete, continua. "Questa è l'accoglienza cristiana di cui siete capaci?", dice al prelato, che gli risponde a muso duro. "Questo atteggiamento non mi piace per niente, io ho il dovere di tutelare le persone che vengono a messa". Il non vedente si congeda dicendogli che troverà accoglienza in altre chiese e, quando allunga la mano verso il parroco, quello gli rifiuta la stretta. Lui insiste e il prete gli stringe la mano, "percepibilmente seccato e senza neanche mezza parola di augurio".

"Purtroppo vi sono sacerdoti che non hanno nemmeno la minima consapevolezza del Ministero che hanno liberamente deciso di svolgere, ma per fortuna non sono tutti così", è l'amara riflessione dell'uomo.

(Unioneonline/L)
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