"Fraternità tra etnie e religioni", l'urbi et orbi del Papa FOTO

Prima l'invito alla condivisione nella messa di ieri sera, poi il "siamo tutti fratelli" nell'urbi et orbi odierno in piazza San Pietro.

"Siamo tutti fratelli, questa è la verità alla base della visione cristiana", ha detto il Santo Padre. Spiegando poi come la salvezza passi "attraverso l'amore, l'accoglienza, il rispetto per questa nostra povera umanità che tutti condividiamo in una grande varietà di etnie, lingue e culture".

"Fraternità tra culture, etnie, idee e religioni diverse", questo chiede Papa Francesco nella consueta benedizione urbi et orbi.

Ieri sera invece, durante la messa di Natale, l'omelia del Pontefice è stata un attacco all'ingordigia e al consumismo, e un invito a pensare a chi "non ha pane".

L'uomo "è diventato avido e vorace", ha detto. "Avere, riempirsi di cose pare a tanti il senso della vita. Un'insaziabile ingordigia che porta ai paradossi di oggi, quando pochi banchettano lautamente e troppi non hanno pane per vivere. Il corpicino del Bambino di Betlemme lancia un nuovo modello di vita: non divorare e accaparrare, ma condividere e donare".

Un decadimento, quello dei giorni nostri, che è l'esatto contrario del messaggio della nascita di Gesù, "quando Dio si fa piccolo per essere nostro cibo".

E ancora: "Nutrendoci di Lui, Pane di vita, possiamo rinascere nell'amore e spezzare la spirale dell'avidità e dell'ingordigia".

Ed è proprio davanti alla mangiatoia, secondo Bergoglio, che dovremmo capire cos'è che alimenta la vita: "Non la voracità, ma la carità; non l'abbondanza da ostentare, ma la semplicità da custodire".

Il Santo Padre invita inoltre a cercare Dio, e non aspettarlo: "Il Signore ama essere atteso, ma non lo si può attendere sul divano, dormendo".

E ancora: "Pure noi, Signore, vogliamo venire a Betlemme. La strada, anche oggi, è in salita: va superata la vetta dell'egoismo, non bisogna scivolare nei burroni della mondanità e del consumismo. Voglio arrivare a Betlemme, Signore, perché è lì che mi attendi. E accorgermi che Tu, deposto in una mangiatoia, sei il pane della mia vita".

(Unioneonline/L)

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