Potrebbe avere un alibi il giovane di diciassette anni di origini sudamericane indagato per omicidio preterintenzionale, lesioni dolose e colpose per i sei morti alla Lanterna Azzurra di Corinaldo, Ancona.

"Ve lo giuro, io non c’ero venerdì notte a Corinaldo, non sono io l’incappucciato che cercate...", avrebbe detto, stando a quanto riportato dal Corriere della Sera.

Anche la nonna lo ha difeso, sostenendo che mentre crollava la balaustra sulla quale decine di persone erano in attesa del concerto del trapper Sferaebbasta, P.B. era assieme alla sua fidanzata.

"Io non so niente di questa storia della bomboletta spray al peperoncino che è stata ritrovata in discoteca", ha detto lui stesso, dicendo di essere all'oscuro anche di quei due etti di cocaina trovati nel residence in cui era ospite, a Senigallia, e per cui è accusato di detenzione di sostanze stupefacenti assieme a due ragazzi maggiorenni.

La Procura intanto raccomanda cautela definendo l'indagine a suo carico un atto dovuto, perché le testimonianze di coloro che lo hanno visto lì quella sera sono state fornite, a quanto pare, "in modo assolutamente generico" e con "indicazioni non circostanziate". Contro di lui, per ora, non ci sono misure cautelari.

Oltre al ragazzo, sono indagati per concorso in omicidio colposo aggravato i tre titolari della società che gestisce la discoteca e i quattro proprietari dell'immobile.

(Unioneonline/D)
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