Manca ormai poco alla sentenza che deciderà il futuro politico di Virginia Raggi e della Capitale che, in caso di condanna, potrebbe improvvisamente ritrovarsi senza sindaco.

Oggi la discussione in aula è terminata con la richiesta da parte della Procura di una condanna a 10 mesi, domani la sentenza.

La prima cittadina M5S è a processo con l'accusa di falso per la nomina di Renato Marra, fratello del suo ex braccio destro Raffaele (indagato per abuso d'ufficio nella stessa vicenda), a capo della Direzione turismo. Ha dichiarato alla responsabile anticorruzione del Campidoglio di aver deciso da sola ogni dettaglio della nomina in questione. Circostanza secondo gli inquirenti smentita dalle chat in cui il sindaco rimproverava Raffaele Marra per la promozione e la nuova fascia di compenso del fratello.

Se Raggi dice che il suo ex braccio destro ebbe un ruolo "meramente compilativo, limitandosi a firmare l'atto di nomina", secondo gli inquirenti Marra era punto di riferimento per sciogliere ogni nodo delle nomine dirigenziali in Campidoglio.

Circostanza che sarebbe dimostrata da diverse mail e chat_ "Sapevi bene che avrei subito attacchi e non mi dici nulla", così Raggi rimproverava Marra per la promozione del fratello.

Raffaele Marra (Ansa)
Raffaele Marra (Ansa)
Raffaele Marra (Ansa)

L'ACCUSA - Secondo il pm Raggi mentì perché "la verità avrebbe messo a rischio la sua poltrona di sindaco". "Se avesse detto la verità e riconosciuto il ruolo di Raffaele Marra nella scelta del fratello, l'apertura di un procedimento penale a suo carico sarebbe stata assai probabile", ha affermato Paolo Ielo nella requisitoria.

IL CODICE ETICO - Se dovesse essere condannata in primo grado, Raggi si dovrebbe dimettere secondo il codice etico M5S. Di Maio non ha pronunciato la parola dimissioni, ma in merito è stato abbastanza chiaro: "Il nostro codice di comportamento lo conoscete, lo applicheremo", ha detto incontrando la stampa estera a Roma.

"Raggi? Spero che venga assolta", è invece il commento di Matteo Salvini, che pure ha spesso e volentieri criticato il sindaco per la gestione di Roma.

LA TESTIMONIANZA - L'ultima testimonianza nel processo a Virginia Raggi è stata quella dell'ex capo di Gabinetto del Campidoglio Carla Romana Raineri, che ha lavorato al comune per un breve periodo, nell'agosto 2016: "Marra aveva un fortissimo ascendente su Raggi - ha detto - per lui nell'ambiente erano stati coniati diversi epiteti. Da Raputin a Richelieu, ma anche eminenza grigia o sindaco ombra".

"Marra - ha aggiunto - non aveva deleghe. Formalmente era il vice capo di Gabinetto ma in realtà era il consigliere privilegiato del sindaco. Lui e Salvatore Romeo (capo della segreteria politica, quello che apriva polizze con Raggi come beneficiaria, ndr) si comportavano in maniera autoreferenziale e arrogante. Il ruolo di capo di Gabinetto che mi era stato affidato era in realtà un guscio vuoto perché quelle che avrebbero dovuto essere le mie funzioni erano state sapientemente esportate a Marra e Romeo, che avevano un ruolo di centralità assoluta. Ogni volta che sollevavo un problema alla Raggi, lei mi rispondeva di parlarne con Marra e Romeo. Con un sovvertimento delle gerarchie, perché Marra all'epoca era il mio vice".

LA REPLICA DI RAGGI - Una testimonianza, quella della Raineri, che Virginia Raggi ha definito "surreale e basata su palesi falsità". "Ho sentito parlare - ha dichiarato la prima cittadina - di rapporti a tratti simili a gossip, basati su voci di corridoio e avvenuti nell'agosto del 2016. Oggi capisco che era maldisposta e probabilmente con noi non voleva lavorare".

(Unioneonline/L)
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