Si è accasato quest'oggi nella nuova sede ricavata al secondo piano della dimora storica Casa Fenu di via Santa Maria l'Ordine delle Professioni infermieristiche (Opi) provinciale che dopo 9 anni ha abbandonato la precedente sede di via Fermi a Musei.

Pochi ospiti, sobrio e veloce taglio del nastro a cui è seguita la benedizione dei nuovi locali da parte del parroco di Villamassargia don Antonello Manunza e una successiva tavola rotonda nella quale hanno tenuto banco anche i temi della recentissima riforma sanitaria regionale e le drammatiche emergenze d'organico nei nosocomi del Sulcis e dell'isola.

A prendervi parte i consiglieri regionali del Sulcis Fabio Usai (Ps d'Az) e Michele Ennas (Lega), il sindaco Debora Porrà e rappresentanti del mondo associativo, sindacale e sanitario.

"Rilanciamo la nostra attività da questi prestigiosi locali completando anche l'iter di transizione da 'Ipasvi' ad 'Opi' con cui diveniamo ufficialmente ente sussidiario dello stato", ha affermato in apertura il presidente Graziano Lebiu, in carica fin dalla nascita dell'ordine (nel 2011) che rappresenta e tutela le professioni infermieristiche.

"In questi nove anni - è il breve bilancio fatto da Lebiu - abbiamo interloquito con tutti mostrandoci disponibili e propositivi e cercando di rappresentare al meglio i nostri iscritti anche grazie agli emendamenti alla riforma sanitaria ai quali abbiamo contribuito. L'impegno rimane lo stesso, anzi dovrà essere sicuramente aumentato per fronteggiare al meglio le sfide che ci aspettano".

Di "momento importante per la comunità e il territorio ai quali concediamo il piccolo dono di questi locali" ha parlato il sindaco Debora Porrà, omaggiata al termine del confronto delle bandiere ufficiali della Regione e dello Stato.

"Facciamo un grande augurio per il vostro lavoro che è quello di convergere sul diritto alla salute di tutti, soprattutto in una fase di grandi transizioni come quella attuale". Nicola Draoli, componente della federazionale nazionale Fnopi (nella quale è inserito l'Opi) ha parlato di "una nuova sede nella quale si avverte un forte senso identitario" auspiscando che "l'Opi del Sulcis continui a lavorare per creare sinergia, fiducia e certezze in un territorio che deve affrontare vari problemi".

Ha portato i saluti dell'assessore regionale alla Sanità Mario Nieddu (collega di partito) il consigliere regionale Michele Ennas soffermandosi sulla recente riforma sanitaria: "Abbiamo visto tutti i limiti dei modelli finora messi in campo a livello di geografia dell'azienda sanitaria. Autonomia e responsabilità da restituire ai singoli territori sono state le parole chiave della nostra riforma. Quelle ascoltate oggi sono ed esigenze ed idee importanti: la Regione è pronta a sostenerle".

Ha battuto sulla "necessità di ridurre una mobilità passiva che ha toccato l'inaccetabile dato del 62,6 per cento" il collega Fabio Usai che non ha lesinato alcune frecciate alla categoria degli infermieri: "Nel Sulcis che conta 513 infermieri c'è il più alto tasso di impedimenti certificati aumentato fino a 102 unità. Sono tanti ad usufruire anche di una doppia Legge 104 mentre invece servirebbe maggior senso di responsabilità".

L'intervento di Usai ha contribuito a vivacizzare quello del segretario territoriale della Uil Funzione Pubblica Efisio Aresti, apparso come una dura replica: "La sanità sulcitana rischia di scomparire, nel Sulcis avevamo ben 840 infermieri ma da queste parti il turnover non è stato mai applicato. La verità è che la riforma sanitaria ha sì migliorato la situazione precedente ma con la creazione dell'Ares (Azienda regionale della Salute) si è anche realizzato un doppione dell'Ats che c'era prima con il rusultato di mettere in ballo la dotazione di personale in ogni territorio". Da qui la richiesta di Aresti rivolta ai due consiglieri regionali: "E' assolutamente necessario scorporare dall'Ares la gestione del personale ed darla in mano ad ogni Asl".

Loredana Scano, segretario regionale della Fials ("il primo nel Sud Sardegna" ha evidenziato), ha auspicato che l'incontro sia un punto di partenza per arrivare da ottenere obiettivi comuni: "Sono un'infermiera ma la nostra categoria pur contando numeri importanti sembra passare inosservata. Non si vuole comprendere invece che migliorare la condizione dell'infermiere significa migliorare le condizioni ed i servizi offerti al paziente".
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