"Auguro a tutti salute, serenità e pace in famiglia. E anche di arrivare a 100 anni". Nella sua lunga vita, in cui oggi ha spento la candelina numero 105, le parole epidemia e pandemia non le erano ignote: ha conosciuto da bambina la spagnola, ha combattuto e vinto a colpi di iniezioni di chinino la malaria, ha sconfitto l'asiatica "e non c'era neppure bisogno della mascherina", racconta.

Ora purtroppo s'è ritrovata a festeggiare in tono minore un appuntamento speciale in emergenza coronavirus: sono i ricordi di nonna Raffaela Canneddu, capace di festeggiare appunto 105 anni.

Nata nel 1915 a Mamoiada, giunse nella neonata città del carbone con il marito Michele Carta (originario di Fonni) nel 1940. Dopo gli esordi in miniera, sia lui che lei (poi nonna Raffaela si ritagliò il ruolo di casalinga a tempo pieno avendo avuto otto figli) divennero protagonisti di un'impresa commerciale: un noto stabilimento-rivendita di bibite.

Le normative anti Covid hanno limitato la possibilità dei figli Antoniangela, Agostina, Mario, Pino e Anna di realizzarle, coi nove nipoti e sette pronipoti, una festa a dovere. Ma questo non ha sminuito l'importanza di un avvenimento per una donna così energica che sino a qualche mese fa era ancora pronta a panificare in casa.

Con i comprensibili acciacchi dell'età, nonna Raffaela si è però permessa oggi un sorso di bibita analcolica e una fetta di torta. E un discreto pranzo dato che continua a essere una buona forchetta. Nella sua vita ne ha passate così tante che si fa fatica a mettere assieme gli aneddoti.

Uno si può tradurre in scaramanzia allo stato puro: poco dopo aver compiuto 100 anni la Asl le prenotò un esame medico ma per l'anno successivo "dimenticandosi" che, considerata la sua età, non era così scontato che la nonnina 12 mesi dopo potesse recarsi alla visita. Invece non steccò l'appuntamento e l'ha ripetuto pure in seguito.

Sottoposta due anni fa a test medici da parte dell'Università di Cagliari nell'ambito di un progetto sui centenari di Carbonia, nonna Raffaela ha anche ricordi nitidi della seconda guerra mondiale quando a Carbonia conobbe i tedeschi e poi i bombardamenti. Ma le è rimasta ben impressa nella memoria l'epidemia di malaria che lei tuttora si vanta di aver affrontato e debellato come se fosse stato un banale raffreddore. Oggi il suo augurio suona quanto mai incoraggiante: "Salute, serenità e pace in famiglia".
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