Sono state ancora una volta festività amare quelle vissute dai dipendenti Aias, sempre in balia di una situazione drammatica che li vede attendere oltre 10 stipendi arretrati.

Intanto, mentre proseguono le procedure del concordato fallimentare e il tentativo degli avvocati dell'azienda di accorpare le quattro società (per tutte il Pubblico Ministero Daniele Caria ha chiesto il fallimento) riconducibili al gruppo Randazzo in unico soggetto allo scopo di poter far fronte agli ingenti debiti, la Cisl Funzione Pubblica del Sulcis iglesiente attacca su vari fronti.

In primis segnalando, con il segretario Claudio Nuscis, il riscaldamento fuori uso nella struttura di Domusnovas: "Dalle segnalazioni che riceviamo la situazione di grosso disagio per pazienti e operatori si protrae da oltre 5 giorni. È inconcepibile che si registri un problema simile proprio quando le temperature stanno scendendo repentinamente".

Anche a cavallo di Natale la struttura domusnovese era finita nell'occhio del ciclone per l'irregolare ed improvviso spostamento di diversi educatori in altri centri e per la pubblicazione dei dati personali di diverse figure professionali. Nuscis si scaglia poi contro l'azienda per quelle che definisce "disparità di trattamento tra sindacati firmatari (Css, Ugl, Isa, Fials, Confintesa) e non firmatari (Cgil, Cisl, Uil Fp e Usb) del contratto collettivo di Aias rispetto ai permessi per scioperi e assemblee".

In questi giorni, convocate dalle sigle firmatarie del contratto, si stanno svolgendo le assemblee dei dipendenti in vari centri sulcitani e di Cagliari.

"Per queste assemblee - attacca Nuscis - vengono concesse tutte le agibilità sindacali in modo da permettere la maggior partecipazione possibile ma sguarnendo alcuni reparti che vengono presidiati da un unico operatore. È capitato soprattutto nel centro di Cortoghiana dove invece, per lo sciopero generale del 19 dicembre indetto da Cgil, Cisl Uil Fp, il coordinatore aveva imposto livelli minimi essenziali di almeno 3 operatori per reparto, impedendo a tanti lavoratori di esercitare un diritto previsto dalla Costituzione".
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