Emergono nuovi elementi dall'inchiesta aperta dalla Procura di Sassari sull'omicidio di Mario Sedda, il cui corpo, in avanzato stato di decomposizione, è stato trovato il primo aprile scorso nella periferie di Porto Torres.

L'uomo, 39 anni, nella seconda metà di marzo, avrebbe avuto un furibondo litigio con una persona, un uomo che conosceva bene e che frequentava da tempo. Nel corso di un violento corpo a corpo, Sedda è stato colpito al mento con una coltellata. La lama del coltello si è spezzata, la profonda ferita non ha lasciato scampo alla vittima.

Il pubblico ministero Angelo Beccu, titolare dell'inchiesta per l'ipotesi di omicidio volontario, attende l'esito degli accertamenti autoptici affidati al medico legale Francesco Serra.

Nel frattempo sono stati sequestrati anche i telefonini di un uomo di 60 anni, anche lui di Porto Torres, un ex calciatore, fortemente indiziato per il delitto.

L'uomo, un trascorso difficile con problemi di alcolismo e diverse condanne scontate in carcere, aveva nella sua abitazione degli indumenti con sospette tracce ematiche, dalle quali ora il Ris dei Carabinieri di Cagliari estrarrà il Dna per una comparazione con il profilo genetico della vittima.

La persona indagata non è sottoposta ad alcuna misura cautelare perché a suo carico, per ora, ci sono soltanto dei labili indizi, che necessitano di ulteriori approfondimenti.

Alla base dei litigio con Mario Sedda ci sarebbe un debito per un piccola somma di denaro, ma sul movente, almeno in questa fase delle indagini, si possono fare solo ipotesi.

La persona sotto inchiesta, assistita dal penalista Claudio Mastandrea, respinge le accuse della Procura e si dice del tutto estranea alla vicenda di Mario Sedda.
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