Tre case di riposo a Porto Torres senza neppure un caso di positività al Covid-19. Domo Mea, Martiri Turritani e Il Rifugio sono le strutture "virtuose" per anziani che hanno chiuso le visite ai parenti molto tempo prima che scoppiasse la pandemia.

Hanno iniziato a far entrare i familiari uno per volta e poi la chiusura totale.

Nella comunità integrata Domo Mea, in via Emilio Lussu, le porte ai parenti sono state chiuse dal 20 febbraio e poi mascherine e dotazioni di sicurezza per i 21 ospiti: tutte donne e un solo uomo. "Entrano in struttura solo gli operatori sanitari - spiega Bernardetta Tanca, presidente della Casa protetta Domo Mea - due infermieri e sette operatrici socio sanitarie che fanno casa e lavoro e delegano ad altri componenti della famiglia il compito di fare la spesa, un modo per auto proteggersi e per evitare contagi nella struttura".

Nei giorni scorsi hanno subito anche i controlli da parte dei sanitari dell'Ats con i quali sono in continuo contatto attraverso la compilazione di schede di monitoraggio per tenere sotto controllo la situazione.

"Abbiamo l'obbligo di misurare le temperature mattina e sera, le pressioni e le saturazioni e per ora sono tutti nella norma - aggiunge la presidente di Domo Mea - sperando che il virus non arrivi, ma il problema è legato alla possibilità di finire in ospedale". Una comunità per anziani che pubblicizza l'immunità da Covid-19 con un video in cui gli ospiti intonano il brano "Non potho reposare". E per avere un filo diretto con i parenti c'è pure un profilo whatsapp che tramite videochiamate mette in contatto gli anziani con i propri familiari. Una procedura osservata anche nella casa Martiri Turritani e Il Rifugio.
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