Cardiologia del Santissima Annunziata è stata l'epicentro della diffusione del coronavirus nell'ospedale di Sassari. La Procura della Repubblica ha acceso un faro sulla gestione delle prime fasi dell'emergenza ma non è l'unica ad avere dubbi.

Mentre in ospedale e nelle case di riposo si moltiplicavano morti e contagi, la Giunta regionale ha nominato il commissario dell'Azienda ospedaliera-universitaria (Aou), a capo della quale c'era un direttore generale facente funzioni da un anno, e l'Ats ha disposto la "rivisitazione", questo il termine usato, dell'Unità di crisi locale.

Il fulcro - Ma torniamo a Cardiologia, il più importante reparto della sanità sassarese per numero di posti letto, personale e attrezzature. Quasi inutile sottolineare che il ruolo di direttore rappresenta una meta ambita. Tanto che quando il primario Pierfranco Terrosu va in pensione, si scatena la caccia alla successione, per la quale Ospedale e Università di Sassari (Uniss) duelleranno a lungo. La vicenda di Cardiologia è esemplare su come vadano le cose nella sanità sassarese (e non solo in essa) con scontri all'ultimo sangue per il potere.

La successione - Uscito di scena Terrosu, il reparto viene affidato con incarico temporaneo a Guido Parodi, prima a capo del servizio di Emodinamica. Nel frattempo, però, interviene la riforma sanitaria targata Pigliaru-Arru e nasce la nuova Aou che accorpa le Cliniche universitarie e l'ospedale Santissima Annunziata.

Lo scambio - Secondo l'atto di indirizzo del 2017 Cardiologia doveva essere un reparto ospedaliero con a capo, quindi, non un universitario ma un medico proveniente dalla struttura dell'ospedale. Una mazzata per l'Università che rischia di perdere la scuola di specializzazione. Come risolvere il dilemma? Applicando il manuale Cencelli alla sanità: Cardiologia passa da reparto ospedaliero a universitario e in cambio Chirurgia vascolare fa il percorso inverso e diventa ospedaliero. Uno scambio stile calciomercato. L'accordo è tra Azienda e Università con la benedizione della Regione. Amen.

La "vittima" - In questo stridore di lance, a farne le spese è Gavino Casu, noto Uccio, stimato cardiologo ospedaliero favoritissimo per la carica di direttore prima che il reparto venisse assegnato all'Università. Casu, conosciuto anche a livello internazionale, recluta i suoi più validi collaboratori e si trasferisce armi e bagagli al San Francesco di Nuoro, che ora vanta uno dei migliori (forse il migliore) reparto di Cardiologia dell'Isola. E Sassari perde un'eccellenza.

Sopravvivenza - Per l'Università era vitale conservare la scuola di specializzazione di cardiologia che richiede la presenza di un universitario a capo del reparto. Già Renato Soru, ai tempi in cui era governatore, aveva fatto notare che due facoltà di Medicina erano troppe per la Sardegna. Perdere Cardiologia sarebbe stato un colpo letale. Bisogna conservare tutti i corsi di studio che significano finanziamenti e incarichi.

Il contentino - Gli ospedalieri protestano ma Uniss li rabbonisce con un metodo semplice: non avendo docenti a sufficienza, conferisce a ospedalieri alcune cattedre. Sono i "professori a contratto", che non percepiscono soldi extra ma possono fregiarsi del "prof." davanti al nome. Fa bella figura sui biglietti da visita e nelle targhe degli studi. Questo è il guazzabuglio della sanità sassarese, sballottata da una riforma sanitaria all'altra. Nel 2009 quella griffata Cappellacci-Liori; nel 2014 quella targata Pigliaru-Arru; nel 2019 è la volta della Solinas-Nieddu. Ogni nuova Giunta regionale mette mano alla sanità con la propria riforma. È un modo per far passare lo spoils system . Con l'alibi della riforma, l'assessore è autorizzato a sollevare dall'incarico i direttori generali e sostituirli con commissari di sua fiducia.

Ivan Paone

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