Un Dna fatto di pesca, abituato ogni giorno a guardare in faccia il mare e la sua motobarca per la piccola pesca "Anna Paola Pt 1490", il nome della moglie scomparsa qualche anno fa.

Sebastiano Pais di anni di carriera da pescatore alle spalle ne ha ventidue, ma oggi la crisi da Covid-19 lo ha messo con le spalle al muro. Vedovo 45enne e con un figlio, ogni giorno rispettava il suo appuntamento con il punto ideale per la pesca.

Lì gettava le reti e attendeva con pazienza il pesce che poi riportava in banchina.

"Ma da quando è scattata l'emergenza la mia barca è rimasta ferma in porto - racconta Sebastiano - un mese di stop, un mese di crisi con difficoltà ad andare avanti e costretti ad accettare anche 50 euro che ci vengono offerti dai familiari più stretti per fare la spesa. Ho fatto la domanda per ottenere 600 euro di indennità introdotti dal decreto Cura Italia ma non so quando arriveranno".

Spera in qualche aiuto o sostegno economico previsto con la Cassa integrazione in deroga.

"Oggi dopo tanto tempo sono ritornato in barca per mettere a posto le reti - prosegue Sebastiano - con la speranza di uscire stasera perché già domani il tempo non ci assisterà. Ci sono da sistemare gli ami, il verricello per tirare il palamito in barca ormai ha i cuscinetti inchiodati, ruggine che si è formata in questi giorni".

Pescatore non solo di mestiere ma nell'animo, Sebastiano spera nel miglioramento delle condizioni meteo, anche se "la pandemia ci fa paura, ci mette in difficoltà - conclude Sebastiano - anche perché non è facile vendere il pescato. Il mercato del pesce è in sofferenza, un drastico crollo della richiesta che si aggiunge alle difficoltà a rispettare le misure di sicurezza e ci costringe a non uscire".

Anche il Flag Nord Sardegna di fronte alla situazione di emergenza ha lanciato la campagna per favorire l'acquisto del pescato locale.
© Riproduzione riservata