Da subito il coach Gianmarco Pozzecco lo aveva detto che sarebbe stato meglio fermare tutto.

Il tecnico della Dinamo ha ricordato in un'intervista alla tv della società gli ultimi giorni di basket giocato con la partita di Roma e soprattutto quella in Spagna: "Abbiamo vissuto una situazione complicata a Burgos. Avevo anche la febbre, una semplice influenza, ma ero preoccupato di contagiare qualcuno".

Pozzecco sottolinea come la crisi causata dal coronavirus abbia una sola possibile soluzione: "Noi in questo momento dobbiamo aspettarci il peggio e fare in modo che ogni società possa sopravvivere. Ognuno di noi dovrà rinunciare a qualcosa: i tifosi alle partite, giocatori e allenatori a una parte di stipendio, le società rinunciano ad una parte degli introiti legata alle sponsorizzazioni, ma rinunciando convinti che questo servirà a non perdere tutto".

La salute prima di tutto: "Di sicuro non si può riprendere a giocare se il contagio è ancora un pericolo, perché il nostro sport vive di contatti. In Giappone hanno fermato il campionato per due mesi poi ottimisticamente hanno provato a rigiocare ma dopo una sola giornata si sono nuovamente fermati".

E racconta un aneddoto che spiega come vivano gli stranieri questa situazione: "Dyshawn Pierre mi ha chiamato preoccupato per la probabile chiusura dei porti, temendo di non poter tornare in Canada. Lo stato d'animo che vivono questi ragazzi è lecito, non scordiamoci mai che possono avere grande talento come giocatori, ma restano sempre uomini".
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