Il Comune di Porto Torres rappresentato dal sindaco Sean Wheeler e il Comitato Tuteliamo il Golfo dell'Asinara presieduto dal Giuseppe Alesso sono state individuate come parti offese nell'udienza preliminare per il carbone depositato nei fondali della banchina E.On. fissata per il 30 gennaio prossimo dal pubblico ministero Paolo Piras a seguito della richiesta di rinvio a giudizio di 6 imputati, dipendenti della centrale termoelettrica di Fiume Santo.

Sono accusati di aver provocato il deterioramento del fondale marino a causa della caduta in mare di tonnellate di carbone durante le operazioni di scarico tra le navi carboniere e la banchina di attracco delle navi carboniere.

L'enorme quantità di carbone - oltre 800 tonnellate - depositato nei fondali lungo la banchina di approdo delle navi carboniere deve essere prelevata e smaltita nella discarica. Così è stato deciso dalla direzione generale per i Rifiuti e l'Inquinamento del ministero dell'Ambiente che ha qualificato come rifiuto il combustibile fossile sversato in mare dal 2003 dalla società che gestiva la centrale di Fiumesanto.

Una distesa di oltre 2.700 metri quadri di carbone finito in mare durante le operazioni di carico e scarico quando le gru trasferivano il materiale dalle stive delle navi al nastro trasportatore che lo indirizzava fino agli impianti della termocentrale per la produzione di energia elettrica.

Una quantità di carbone talmente elevata da costituire una minaccia per le vicine praterie di posidonia oceanica, una sorgente sommersa di inquinamento trasportato dall'idrodinamismo anche al di fuori dall'area portuale, ipotesi avanzata dall'Ispra che per prima ha sottolineato i possibili rischi per l'habitat marino e le ripercussioni sulla flora e la fauna.
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