Si è aperto questa mattina davanti alla Corte d'Assise di Sassari il processo a carico di Anwar Daadoue, Mustafa Chadad, Abdulkarim Osman Haj, Lahoucine Wahmane Ait e Anwar Daadoue, accusati di avere raccolto fondi (a Olbia e nel Nuorese) per sostenere un gruppo terroristico attivo in Siria.

Il personaggio principale dell'inchiesta della Direzione distrettuale antiterrorismo di Cagliari è il siriano Anwar Daadoue, titolare di un'impresa edile (molto nota in Gallura) che ha avuti importanti commesse per i lavori del G8 di La Maddalena e nel cantiere del Mater Olbia.

L'uomo, difeso dal penalista Angelo Merlini, è evaso da un carcere danese, qualche mese dopo l'arresto. Il siriano, secondo i pm Danilo Tronci e Rossana Allieri, insieme ai suoi presunti complici avrebbe raccolto denaro anche in Svezia, Danimarca, Germania e Ungheria.

I fondi sarebbero stati utilizzati per supportare il gruppo Al Nusra, inserito nella "black list" delle Nazioni Unite.

Va detto che lo stesso gruppo è stato sostenuto da diversi paesi occidentali, nonostante i presunti rapporti con l'Isis, nella guerra contro il dittatore Assad. Oggi il penalista Angelo Merlini ha posto il problema della mancata consegna ai suoi assistiti di un dispositivo elettronico per l'esame delle intercettazioni. Il presidente della Corte d'Assise ha disposto che venga immediatamente accolta l'istanza del legale.
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