Il pm Giovanni Porcheddu ha tirato le somme di tre anni di indagini davanti al gup Carmela Rita Serra: per il caso Gosmino, il sostituto procuratore di Sassari ha chiesto il rinvio a giudizio dell'ex assessore regionale Sebastiano Sannittu, degli avvocati Luca Tamponi e Michele Torre e dell'imprenditore di Berchidda, Antonio Casu. Sono accusati, a diverso titolo, di presunte pressioni ai danni dell'avvocato sassarese Alessandro Gosmino, per costringerlo "a cedere un terreno agricolo di Berchidda da lui acquistato in un'asta presso il Tribunale di Tempio, nonché ad astenersi dal partecipare a un'ulteriore vendita giudiziaria".

Nel corso di un'udienza, è stata formalizzata un'altra importante richiesta. Un'istanza, accolta dal gup, che lega due clamorose inchieste aperte dalla Procura di Sassari.

"Riaprite il caso Gosmino" - Infatti, l'avvocato Mariano Mameli, difensore del legale Michele Torre, ha ottenuto l'acquisizione di alcuni atti che riguardano le indagini sulla Fondazione "Ernestina Zoagli Onlus" di Alghero. Di fatto, Mameli, come avevano già in parte fatto anche i difensori di Sannittu e Tamponi, sta chiedendo la riapertura del caso Gosmino, alla luce di quanto emerge dalle indagini sulla presunta truffa da oltre due milioni di euro ai danni della marchesa algherese Ernestina Zoagli. In questa vicenda, il principale indagato è Rodolfo Gosmino, padre di Alessandro. E proprio Alessandro Gosmino, dopo il genitore, ha guidato la Fondazione Zoagli, finita nel mirino delle Fiamme Gialle. Ora, secondo Mameli, per capire che cosa è realmente avvenuto ad Alessandro Gosmino (le presunte minacce, le lettere con i proiettili e la miccia detonante e la tentata estorsione) bisogna esaminare l'affaire Zoagli.

I soldi della marchesa - Dagli atti dell'inchiesta sulla Fondazione Zoagli, almeno stando alla lettura che ne fanno i difensori di Sannittu, Tamponi, Torre e Casu, emerge che le tensioni, la guerra senza quartiere e minacce anonime contro Gosmino, non hanno niente a che vedere con i terreni di Berchidda. Il filo rosso che legherebbe diversi episodi avvenuti tra il 2016 e il 2017, è la contesa per il patrimonio (un centinaio di appartamenti e una quarantina di appezzamenti di terreno) di Ernestina Zoagli. Alessandro Gosmino, come presidente della Fondazione, si sarebbe scontrato con persone che lo avrebbero minacciato perché ambivano a diventare l'unico interlocutore della marchesa algherese.

"Nessuna estorsione" - Hanno fatto la loro arringa, gli avvocati Antonello Fadda e Antonio Meloni, per Luca Tamponi e poi Giuseppe Masala per Torre. Fadda ha detto: "Per mesi, le denunce di Gosmino non sono contro Tamponi. Poi improvvisamente viene tirato in ballo il mio assistito. Che non ha mai minacciato nessuno, ma ha fatto il suo lavoro di avvocato". Il processo riprenderà il 9 maggio, con le arringhe di Mariano Mameli e di Nino Cuccureddu, difensore di Sebastiano Sannittu.

Andrea Busia
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