Sono cinque le misure cautelari eseguite dai carabinieri di Porto Torres nell'ambito delle indagini sulla morte, avvenuta per overdose, di Roberto Borrielli, il 2 luglio scorso.

Il corpo era stato ritrovato in un terreno abbandonato di Castelsardo.

I militari delle due località hanno ricostruito gli ultimi momenti di vita dell'uomo. Dall'autopsia è emerso che la causa della morte fosse una "tossicosi acuta da assunzione di stupefacenti".

Dopo aver individuato lo spacciatore che gli aveva venduto la dose di cocaina risultata fatale, i carabinieri hanno sgominato la florida attività di spaccio di varie sostanze psicotrope al centro della quale c'erano i cinque indagati e che aveva come base operativa Castelsardo.

Grazie anche una serie di intercettazioni telefoniche, sono stati raccolti gli indizi, gravi e concordanti, di colpevolezza condivisi dal pm titolare delle indagini e anche dal gip.

Nel corso delle conversazioni veniva usato un linguaggio in codice diretto a fissare gli appuntamenti, lontano da occhi indiscreti, per la cessione di metadone e cocaina. In particolare, B.P., 55 anni, è indagato per aver causato la morte di Borrielli vendendogli la dose letale e per aver spacciato, tra luglio e settembre 2018, quantità consistenti di droga a oltre dieci persone, che sono state tutte segnalate come assuntrici di stupefacenti.

Data la sua alta pericolosità sociale, per B.P. sono stati disposti i domiciliari, con il divieto di comunicare con qualsiasi mezzo.

Nel corso delle perquisizioni, è stata inoltre ritrovata altra cocaina e circa 4.500 euro in banconote di piccolo taglio, ritenuti provento dello spaccio.

Agli altri quattro indagati è stato notificato l'obbligo di presentazione quotidiana alla polizia giudiziaria.

(Unioneonline/s.s.)
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