Nikolay Volskyy ieri mattina ha trovato la forza di raggiungere la chiesa di via del Duomo, a Cagliari, per celebrare i riti del sabato. Il prete ortodosso è stato accolto da tantissimi fedeli, increduli davanti alla tragedia del giorno prima: la morte del piccolo Antonij, tre anni e mezzo, annegato nella piscina di una villetta di Foxi. «Non ci sono parole davanti a un dolore così grande», è stato il commento delle numerose connazionali ucraine di padre Nikolay e della moglie Elena. Una comunità distrutta ma che si è stretta attorno alla famiglia Volskyy.

Le indagini

Intanto, come atto dovuto, la Procura di Cagliari ha aperto un'inchiesta per accertare cosa sia accaduto due giorni fa attorno alle 17. Il pm Marco Cocco ha messo sotto sequestro la piscina e disposto l'autopsia sul corpo del piccolo Antonij che verrà eseguita domani dal medico legale Roberto Demontis. Dai primi accertamenti, il bambino è morto annegato. Aveva una ferita sulla fronte e questo fa pensare che sia inciampato vicino al bordo della piscina, abbia battuto la testa finendo in acqua forse dopo aver perso i sensi. Gli indumenti che aveva addosso hanno fatto il resto: camicia, maglione e giubbotto, oltre ai pantaloni, si sono impregnati d'acqua. E per il piccolo non c'è stato nulla da fare.

I tentativi

Come emerso dalle prime informazioni raccolte dai carabinieri della stazione di Quartu e dai colleghi del nucleo radiomobile della Compagnia, coordinati dal maggiore Valerio Cadeddu, le altre persone presenti nella villetta di via Limbara a Foxi (oltre al padre, alla madre e al fratellino di Antonij, una coppia che la stessa mattina si era sposata nel comune di Quartu e poi con rito ortodosso celebrato da padre Nikolay) erano nella vicina cucina. Quando si sono accorti che il piccolo era caduto nella piscina, lo hanno recuperato e chiamato i soccorsi. Il personale del 118 ha tentato di rianimare il bambino per quasi un'ora. Anche davanti a questa immane tragedia, si dovranno valutare eventuali responsabilità.

Il grande affetto

Le tante persone accorse ieri mattina nella chiesa di Castello, a Cagliari, non sono le uniche a essersi strette attorno alla famiglia. «Quanto accaduto», ha spiegato Giuseppe Carboni, console onorario Bielorusso in Sardegna, «colpisce tutti. Siamo vicini a Nikolay e sua moglie Elena. Lui ha sempre dato forza a tutti, diventando in pochi anni un punto di riferimento per tutta la comunità. Quella forza e serenità ora accompagni lui e la sua famiglia in questo momento difficile». Migliaia i messaggi e le testimonianze d'affetto sui social. «Assicureremo le nostre preghiere alla vostra famiglia», ha scritto padre Gentian Anton Gjonej della parrocchia ortodossa di Quartu.

Matteo Vercelli

© Riproduzione riservata