«Sento che quel cadavere potrebbe essere quello di mio fratello». Livia Frau, sorella di Marco, il maestro di Villasimius scomparso a ottobre 2019 da Assemini, lo pensa fin dal giorno del ritrovamento dello scheletro umano nel canale Rio Nostu, a Uta. Sensazioni rafforzate dentro di lei dopo l'esito dell'autopsia di venerdì al Policlinico di Monserrato eseguita dall'équipe del medico legale Roberto Demontis: la salma sarebbe di un uomo morto uno-due anni fa, età compresa fra i 30 e i 50 anni, alto 166-170 centimetri. Indossava pantaloni neri, scarpe Geox taglia 43 e una maglietta chiara griffata Piazza Italia. Restano da chiarire le cause del decesso.

Un coltello?

Emerge inoltre un altro particolare non ufficiale: dalle indagini dell'investigatore privato assunto da Livia Frau risulterebbe il rinvenimento di un coltello a fianco allo scheletro. «La lama, così come quegli abiti - sostiene chi conosceva bene l'uomo, 52 anni quando scomparse - erano abitualmente utilizzati dall'insegnante». Il fatto che lo scheletro sia del maestro rimane un'ipotesi e non è l'unica pista seguita dagli inquirenti. Per dare un'identità al cadavere bisognerà attendere l'esito dell'esame del dna dei carabinieri del Ris.

L'angoscia

Nel frattempo tutti gli elementi emersi dall'autopsia - età, conformazione fisica, periodo del decesso e indumenti - rafforzano le sensazioni di Livia Frau. Chiusa in se stessa, la donna affida le sue parole agli avvocati Fausto Argiolas e Claudia Delvecchio: «Oltre a quanto emerso dall'autopsia», dicono gli avvocati, «ci sono altri elementi che potrebbero essere rilevanti per l'identificazione del cadavere. L'investigatore privato incaricato dalla nostra assistita ha ricevuto notizia del ritrovamento di un coltello a fianco allo scheletro». Nulla di ufficiale, ma «come tutti sapevano, Frau frequentava le campagne di Uta e con sé portava sempre un coltello mai ritrovato a casa sua».

«Continuerò a cercarlo»

Se si trattasse di lui, come sarebbe morto il maestro? E in che modo sarebbe arrivato nel tratto tombato del canale? «La nostra assistita pensa a una morte violenta, quantomeno un suicidio per mano di terzi». Livia Frau sostiene infatti che «nell'ultimo periodo il fratello abbia avuto una rivoluzione interiore, comportamenti diversi da quelli abituali». La scienza per ora non conferma l'identità del cadavere. «Se non fosse quello di Marco Frau, Livia continuerà a combattere per ritrovare il fratello e far emergere la verità».

La scomparsa

Marco Frau era svanito nel nulla il 15 ottobre 2019. L'ultima ad averlo visto era stata una collega delle scuole elementari di via Carmine che aveva cenato con lui nella sua casa di via Pola. Sul caso era stata aperta un'inchiesta per omicidio, terminata con la richiesta di archiviazione del pm Alessandro Pili per assenza di prove a conferma di un fatto di sangue. Nel periodo delle indagini amici, colleghi, parenti e volontari avevano setacciato ogni angolo delle campagne di Assemini e dei paesi vicini. Del maestro nessuna traccia. Il desiderio dei familiari è che Marco Frau sia ancora vivo, chissà dove. Il giallo dello scheletro di Uta e, soprattutto, gli elementi emersi dall'autopsia iniziano a spegnere il loro lumicino di speranza.

Lorenzo Ena

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