La sostituta procuratrice Rita Cariello non pare avere dubbi sull'evidenza delle prove raccolte. Per questa ragione, in queste ore, ha chiesto al Gip il via libera per il giudizio immediato nei confronti dello chef Alessio Madeddu, 51 anni, accusato del tentato omicidio di due carabinieri e rinchiuso nel carcere di Uta dalla serata del 2 novembre scorso.

Il giudizio immediato

Terminata l'indagine, la Procura ha dunque chiesto di portare direttamente a processo il ristoratore di Teulada, conosciuto al grande pubblico anche per aver partecipato alla trasmissione di Alessandro Borghese "4 Ristoranti". La pm Cariello ritiene dunque che non ci siano subbi sul fatto che lo chef volesse travolgere e uccidere con una ruspa i due carabinieri che gli stavano impedendo di recuperare il suo furgoncino, finito fuoristrada, dopo il suo rifiuto di andare in ospedale per sottoporsi all'alcoltest. Se il giudice per le indagini preliminari dovesse accogliere la richiesta dell'accusa, Alessio Madeddu sarà processato senza necessità che gli atti raccolti dalla Procura vengano vagliati in udienza preliminare dal Gup.

Difesa all'attacco

Contesta la ricostruzione e sta già dando battaglia il difensore Gianfranco Trullu che, dopo aver effettuato indagini difensive, ha messo in discussione il racconto fatto dai carabinieri che hanno arrestato Alessio Madeddu. Il legale ha chiesto che vengano esaminati, in sede di incidente probatorio, i telefonini dei due militari ed il video che avrebbero girato con lo chef a bordo della ruspa. Non solo. L'avvocato ha anche sollecitato un esperimento giudiziale con un testimone che metterebbe in discussione, a suo avviso, la dinamica di quanto avvenuto. Il gip dovrà ora decidere che fare, prima di valutare se accogliere la richiesta di giudizio immediato formulata dalla Procura.

La vicenda

Il ristoratore di Teulada, noto per la sua partecipazione alla trasmissione di Alessandro Borghese, era stato arrestato dopo essersi rifiutato di sottoporsi al test con l'etilometro e dopo il ritiro della patente. Era uscito fuoristrada col suo Fiat Ducato lungo la Provinciale 71 e sarebbe stato lui stesso a fermare la pattuglia dei carabinieri. Ma dopo il battibecco con i militari, per ripicca - sempre secondo la ricostruzione dell'accusa contestata dalla difesa - sarebbe tornato sul posto con una ruspa e avrebbe ribaltato l'auto dell'Arma, cercando anche di travolgere i due carabinieri. L'uomo si era poi allontanato e mentre venivano avviate le ricerche, sarebbe tornato accompagnato dal padre per consegnarsi. Accusato di tentato omicidio e resistenza a pubblico ufficiale, era poi stato arrestato e trasferito al carcere di Uta.

Il giorno dopo era stato interrogato dal Gip del Tribunale, Giorgio Altieri, e aveva ribadito in tutti i modi di non voler in alcun modo travolgere e uccidere i militari, ma che voleva solo recuperare il furgone trainandolo con la ruspa. La jeep dei carabinieri - stando al suo racconto - si sarebbe così messa di traverso venendo travolta.

Francesco Pinna

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