La soppressione della "Sagra degli agrumi" è stata una mazzata. Ma la decisione non poteva essere diversa. Il Coronavirus fa paura, le disposizioni di legge sono giustamente rigide. Con la data fissata per la sagra (il 19 aprile), ormai vicina, il Comune con tutti gli organizzatori non hanno potuto fare altro che annullare l'attesissima manifestazione, la più importante nel Sarrabus, fra le più importanti fra quelle che si celebrano in Sardegna dopo quella di Sant'Efisio, la cavalcata Sassari e le pariglie di Oristano.

Se ne riparlerà il prossimo anno. Il sindaco Marco Falchi, medico, dice che non si poteva andare oltre nell'attesa di prendere una decisione. "Qui dovevano arrivare decine di gruppi folk da tutta la Sardegna, maschere, etnotraccas, cavalieri e soprattutto per il giorno della grande sfilata, erano attese 35mila persone. La sagra ha sempre rappresentato la finestra della nuova stagione turistica. L'immagine del Sarrabus con le sue arance, il mare, il sole, la cucina, l'ospitalità. Pazienza se ne riparlerà il prossimo anno. La salute viene prima di tutto".

Ma la vera grande preoccupazione è l'incertezza sulla prossima stagione turistica. Marco Fanni, ex sindaco, ex assessore al turismo di Muravera e imprenditore turistico dice che "si annuncia una estate senza alcuna certezza con danni economici enormi. Per gli imprenditori, per le maestranze. Ma anche con mille incertezze per padri di famiglia e tanti giovani che in estate hanno sempre trovato lavoro, guadagnandosi anche le entrate di disoccupazione dopo la fine della stagione. La realtà al momento è questa. Incertezza, tanta incertezza sotto tutti i punti di vista. Speriamo di aprire a giugno".

Pierpaolo Piu, direttore di alcuni importanti centri turistici a Costa Rei e Castiadas, rinnova queste preoccupazioni. "C'è poco da aggiungere: siamo di fronte ad una situazione surreale. Doveva essere una buona stagione con tanti arrivi. Non faccio previsioni. Speriamo in un grande, grandissimo miracolo, magari per aprire a giugno con una Italia e col mondo che abbia dimenticato per quanto possibile questi giorni drammatici".

E aprire a giugno è la speranza anche di Giovanni Iozza, direttore del residences sul mare a Santa Giusta. "Io per tradizione ha sempre avuto una clientela italiana, dalla Lombardia, dal Piemonte,dalla Liguria, dal Veneto, dal Trentino. Clienti che conosco ormai per nome. Spero di riaverli tutti.Difficile capire il futuro immediato: ci sarà anche tanta gente che non avendo potuto lavorare in primavera, magari lavorerà ad agosto anche per necessità delle fabbriche che riapriranno. Attendiamo preoccupati ma anche fiduciosi".
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