Avrebbero cercato di farsi fare la spesa dagli altri detenuti a suon di minacce e aggressioni, malmenando chi non si piegava al loro ricatto e instaurando un clima di paura e intimidazione nel carcere di Uta. Fenomeni di bullismo e veri e propri tentativi di estorsione sfociati ieri in una condanna a sei anni e tre mesi di reclusione inflitta a Ruben Deidda (30 anni di San Gavino Monreale) e altre due a 4 anni e 7 mesi di carcere rispettivamente a Omar Della Rocca (35 anni di Elmas) e Simone Floris (29 di Cagliari). Una sentenza più severa di quanto chiesto dall'accusa.

UN CLIMA DI PAURA - Il processo era nato dall'accorpamento di due inchieste, una condotta dal sostituto procuratore Giangiacomo Pilia e l'altra coordinata dal collega Danilo Tronci. Dopo il rinvio a giudizio, i tre imputati erano arrivati davanti al collegio presieduto dal giudice Giovanni Massidda (a latere Andrea Mereu e Giuseppe Carta) che ieri, terminato il dibattimento, ha pronunciato la sentenza dopo due ore di camera di consiglio. Dopo le indagini interne della Polizia penitenziaria, la Procura aveva cercato di far luce su una serie di pestaggi e minacce consumati all'interno della casa circondariale. In un caso un detenuto sarebbe stato picchiato all'interno di una cella, con la porta blindata che impediva di riprendere chi lo picchiasse. In un altro il pestaggio si sarebbe verificato in una sala comune aperta a tutti i detenuti. Alla fine, gli investigatori avevano rivolto la loro attenzione sui Deidda, Della Rocca e Floris, difesi dagli avvocati Luca Pennisi e Marco Lisu.

LA TENTATA ESTORSIONE - In concorso tra loro, tra novembre e dicembre 2015, i tre imputati avrebbero cercato con la violenza di estorcere ad altri reclusi dei capi d'abbigliamento, generi alimentari e vari altri articoli di consumo acquistati con risorse personali da chi si trova a scontare una condanna in carcere. E chi non si fosse piegato alle minacce, scritte anche su foglietti sequestrati dagli agenti, rischiava di essere pestato a sangue. In un caso un recluso sarebbe stato brutalmente colpito, oltre che con calci e pugni, anche con un bastone di legno e una padella. Durante il processo, alcuni detenuti chiamati in aula dalla Procura hanno provato a ridimensionare i fatti, dichiarando che non si trattava di estorsioni ma di semplici litigi per debiti.

LA SENTENZA - Alla fine, però, il pm Giangiacomo Pilia si è convinto che il clima di paura instaurato in carcere fosse legato alle violenze e alle richieste estorsive dei tre imputati. Chiusa la requisitoria, ha chiesto 4 anni per Deidda e tre per Floris e Della Rocca. Usciti dalla camera di consiglio, i giudici hanno letto la sentenza: sei anni e 3 mesi per il primo e 4 anni e sette mesi per gli altri due. I difensori hanno già annunciato ricorso in appello.

Francesco Pinna

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