C'è una famiglia di Sinnai che da 54 anni vive nel ricordo di un loro caro, ucciso da contrabbandieri a Ponte Tresa, in provincia di Como.

Era un finanziare, si chiamava Luigi Moi, morto il primo ottobre 1965 nel corso di una operazione sulle rive del torrente Albano, a Ponte di Catasco.

A lui è stata dedicata anche la caserma della finanza del comune lombardo.

"Quel giorno pioveva a dirotto - racconta nell'anniversario della tragedia il nipote di Luigi Moi, che porta il suo stesso nome.

"C'era un violento temporale e tanta nebbia. La pattuglia della Tenenza di Dongo, di cui faceva parte mio zio, era in appostamento in bassa valle, nella frazione di Catasco. Comparvero numerosi contrabbandieri, chiamati 'spalloni', e al grido dei finanzieri 'molla!', per far costringerli a far cadere a terra la merce che trasportavano, si gettarono lungo le scoscese rive del torrente".

"Mio zio - prosegue Luigi - si lanciò all'inseguimento dei contrabbandieri. I colleghi, non vedendolo rientrare, si allarmarono. Iniziarono le ricerche e il corpo fu ritrovato dopo una settimana. Era stato ammazzato".

Oggi la Caserma che ospita la compagnia della Guardia di Finanza di Ponte Tresa porta il suo nome.
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