"Non ne possiamo più di respirare quest'aria nauseabonda: i miasmi provenienti dalla stazione di compostaggio Tecnocasic sono ormai insopportabili".

Franca Dessì, consigliere comunale e abitante della Residenza del Sole, solleva il problema della puzza che costringe gli abitanti di Capoterra a tenere le finestre chiuse.

"Quotidianamente ricevo telefonate dagli abitanti dei condomini costieri che lamentano un peggioramento della qualità dell'aria - dice Dessì -, il fetore proveniente dall'area in cui viene lavorata la frazione umida dei rifiuti solidi urbani, a Macchiareddu, è così forte che le persone faticano a respirare: a peggiorare la situazione, negli ultimi giorni sono arrivate anche le alte temperature, che rendono la puzza ancora più percepibile".

Per abbattere il cattivo odore proveniente dalla produzione del compost, il Cacip ha ricevuto un contributo di 12 milioni di euro dalla Regione, con il quale è stato finanziato un progetto sviluppato dal Politecnico di Milano e dall'Università di Trento che consentirà di produrre il compost in un ambiente chiuso ermeticamente, ma i lavori non sono ancora cominciati.

"Non si sa quando questo progetto verrà concretizzato, per ora migliaia di persone sono costrette a respirare la puzza proveniente dal compostaggio - dice Dessì -, il tanfo è così penetrante da impregnare anche i panni stesi: spesso siamo costretti a lavarli di nuovo perché trattengono quell'odore nauseante".
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