Scarcerazione e arresti domiciliari per Gianni Murgia, l'ex ostaggio dell'Anonima sequestri arrestato alcuni giorni fa per aver sparato a un pastore il cui gregge aveva invaso la sua vigna.

È quanto deciso dal gup Giampaolo Casula al termine dell'udienza di convalida a Uta alla presenza dell'avvocato difensore Leonardo Filippi.

Il pm Andrea Vacca aveva chiesto la custodia cautelare in carcere.

L'indagato davanti al giudice ha spiegato di essersi recato nei suoi terreni alla periferia di Dolianova dopo aver saputo della presenza delle pecore dell'uomo in un suo campo. Non sarebbe stata la prima volta, a suo dire, ma ancora non era riuscito a vedere di persona gli sconfinamenti. In questo caso invece, arrivato a Is Paulis, il gregge era ancora lì e in parte si trovava nella sua vigna.

I due hanno discusso e alla fine Murgia ha impugnato un revolver caricato a pallini e ha fatto fuoco, ferendo il pastore all'avambraccio sinistro e al polso destro.

"Avevo l'arma perché lui è grande e grosso e avevo paura", ha detto l'indagato al gip. E avrebbe sparato dopo aver visto il pastore allungare il braccio verso di lui come se volesse colpirlo. "Vai a lavarti, non ti ho fatto nulla", gli avrebbe detto dopo avergli sparato (60 pallini). "Però adesso siamo pari", la risposta del ferito. Che inizialmente non voleva rivelare l'identità di Murgia ai carabinieri della stazione di Dolianova, intervenuti poco dopo. Poi l'arresto.

Il pastore è tutelato dal legale Marco Lisu. Ora il gip ha accolto la richiesta del difensore Filippi e ha mandato l'ex ostaggio ai domiciliari. Lasciando come contestazione però il tentato omicidio, come chiesto dal pm.
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