C'è chi è arrivato per sfuggire alla solitudine e a situazioni familiari difficili, senza più una casa né parenti. E chi una famiglia ce l'ha ma nessuno può prendersene cura. Sono le storie degli ospiti della casa di riposo di Monserrato, "Residenza amica", nata poco più di due anni fa. "Una famiglia più che un ospizio", come precisa la titolare Dolores Fornari.

La storia più triste è quella di Irene Fiore, monserratina di 64 anni. È arrivata sei mesi fa, aiutata dalle assistenti sociali dopo l'addio travagliato con l'ex compagno e con due figli che non vede da anni. Nelle ultime settimane ha trovato la forza per andare avanti grazie alla compagnia degli altri inquilini dell'ospizio. In particolare di Francesca Viola, di Bortigali, di due anni più grande: lei una casa nel suo paese d'origine ce l'ha, ma dovrebbe trascorrere le giornate da sola. "Dopo la morte di mio marito ho sofferto la solitudine - spiega - qui invece sono in buona compagnia".

C'è poi Emilia Atzeni che di anni ne ha 98: un anno fa si è dovuta trasferire dalla sua casa di via Giulio Cesare per non essere sola tranquillizzando così i figli. Una storia simile a quella di Giovanna Rocca, 92enne originaria di Cagliari. Un'abile sarta che in passato ha realizzato anche gli abiti da sposa delle figlie. "Da tempo vivevo da sola - dice - Qui invece passo le giornate in compagnia". Nel gruppetto c'è anche Agnese Sanna, monserratina di 81 anni, gli ultimi due trascorsi nell'ospizio del paese per evitare la solitudine.

Nella casa di riposo di Monserrato trovano tuttavia accoglienza anche persone più giovani. Come Gianfranco Massa, 58 anni, separato e con problemi di salute. La più giovane è Adriana Cocco, 40enne di Settimo, seguita da un'educatrice. E poi c'è Marco Marcia, 42 anni di Monserrato, momentaneamente in via Sorgono dopo un delicato intervento chirurgico: "Non ho più i genitori e mio fratello vive fuori, ho preferito trasferirmi qui perché a casa sarei stato solo".

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