La prima volta che l'ha tenuto in braccio ha provato una gioia indescrivibile.

Antonella Lorrai, che oggi ha 52 anni, aveva sperato tanto ma quel bambino che desiderava non era arrivato, così alla fine, in comune accordo con suo marito, aveva deciso di adottarne uno.

Mamma coraggio - E allora era arrivato Gianluca quel bimbo speciale che l'aveva fatta impazzire dalla felicità.

Anche dopo, quando, da lì a qualche tempo, era arrivata la diagnosi impietosa: il piccolo aveva una grave malformazione cerebrale che non gli dava speranza di essere come tutti gli altri.

Da allora sono passati 18 anni e adesso che da pochi giorni l'adozione è diventata definitiva, questa mamma coraggio non abbandona un attimo il suo bambino diventato maggiorenne, costretto a stare in un letto, senza possibilità di camminare e di parlare e con la necessità di essere assistito 24 ore su 24.

Lei che dopo pochi mesi aveva abbandonato il lavoro per stare vicino a Gianluca e che mai, nemmeno per un attimo, anche se l'affido era provvisorio, ha pensato di rinunciare a lui.

Il racconto - È una mamma coraggio Antonella Lorrai, che ogni giorno combatte una sfida sfiancante ma senza perdere mai il sorriso.

"Avevamo fatto domanda di adozione nel 1998, quando appunto ci eravamo resi conto che non riuscivamo ad avere un figlio nostro" racconta la donna, "chiaramente la domanda era per un bambino sano perché onestamente di avere un bimbo malato non ce la sentivamo. Da qui poi era iniziato il percorso con assistenti sociali e psicologi per arrivare ad avere l'idoneità per l'affido".

Arriva così il 2000 e la telefonata tanto attesa: "Ci aveva chiamato il tribunale" prosegue Lorrai, «per informarci che c'era un bambino da dare in affido. Quindi abbiamo fatto il colloquio con il giudice e abbiamo portato a casa Gianluca".

La scoperta dei problemi - Il piccolo aveva appena tre mesi: "sembrava tutto normale, ma dopo poco tempo abbiamo fatto dei controlli e ci si è subito resi conto che c'era qualcosa che non andava. Dopo varie visite e una lunga trafila, a un anno è arrivata la diagnosi della malformazione cerebrale grave".

La vita della famiglia cambia all'improvviso. "Ho deciso di lasciare immediatamente il mio lavoro da impiegata per dedicarmi totalmente a mio figlio" prosegue la donna, "e in accordo con il tribunale si è deciso di tenerlo in affido anche per poter godere del sostegno di assistenti e personale che mi aiutasse a occuparmi di lui".

Nessun ripensamento - Antonella Lorrai parla piano nel salone della sua casa in centro. Tutto intorno ci sono le foto di Gianluca quando aveva pochi mesi e sorrideva in braccio a mamma e papà il giorno del battesimo.

"Mai nemmeno per un secondo ho pensato di rinunciare all'affido, non l'avrei lasciato mai. Da quel momento in cui l'avevo preso in braccio, lui è diventato mio figlio e non sento assolutamente di avere fatto qualcosa di speciale. Io invece penso che c'è tanta gente migliore di noi, che lotta e fa sacrifici forse più grandi dei nostri: poco tempo fa a Roma ho conosciuto questa famiglia che aveva adottato due bimbi, uno tracheotomizzato e un altro malato. Ecco, loro sono speciali. In questi anni Gianluca è stato sempre con noi, abbiamo fatto viaggi, è andato a scuola, gli abbiamo fatto fare sport. E a chi ci dice 'vi siete presi un impegno troppo grande', rispondo che questa è la nostra vita e questo è il nostro bambino che amiamo tanto".

L'adozione - Le cose sono precipitate negli ultimi tempi: un'operazione per una grave scoliosi ha reso Gianluca, che soffre anche di epilessia, ancora più fragile costringendolo a stare a letto per problemi anche respiratori.

"L'adozione è arrivata adesso ma soltanto per questioni legali" prosegue la mamma, "noi lo avremmo fatto fin da subito. Questi 18 anni sono stati ovviamente di sacrificio, gestire un bambino con queste problematiche non è facile ma lo rifarei cento volte. Non avrei nessun dubbio. Viviamo giorno per giorno. La mia speranza è soltanto che lui possa migliorare, poi i problemi li affrontiamo insieme".

Giorgia Daga

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