Bocche cucite. Al poliambulatorio di Oristano sembra essere passato un uragano: clima pesante ma tra medici e infermieri finiti nel mirino della Procura c'è anche qualcuno che ammette. «È vero ho vaccinato altre persone non in elenco, ma l'ho fatto solo per evitare che quelle dosi venissero buttate via». Chissà se questa giustificazione potrà bastare agli inquirenti. Di certo gli accertamenti dell'inchiesta ribattezzata "Saltafila" stanno andando avanti e si estenderanno. Dovranno essere passati al setaccio anche tutti gli altri punti vaccinali territoriali del capoluogo e dell'Oristanese. In queste ore tantissime persone vengono sentite dagli investigatori e l'elenco degli indagati potrebbe allungarsi.

L'indagine

L'inchiesta dei carabinieri del Nas di Cagliari (guidati dalla maggiore Nadia Gioviale), coordinata dal sostituto procuratore Andrea Chelo sotto la supervisione del procuratore Ezio Domenico Basso, è appena agli inizi. Ma sono bastate le prime perquisizioni nelle case, negli ambulatori dei medici e degli infermieri coinvolti, per scatenare un inferno sulla sanità oristanese (già molto in difficoltà). «Gli accertamenti stanno andando avanti - ha spiegato Basso - siamo in una fase iniziale di valutazione di una serie di elementi. Adesso dovremo intrecciare i vari dati fin qui raccolti per trovare riscontri alle nostre ipotesi». Secondo gli inquirenti medici e infermieri avrebbero somministrato le dosi Pfizer ad amici e parenti, ma anche ad altre persone (tra cui forze dell'ordine ed esponenti del mondo del volontariato) che non ne avevano diritto. E poi ci sono numerosi nomi finiti sotto la voce "altro" tanto generica e troppo ampia per non destare sospetti. «Dobbiamo verificare se quei nomi, sono stati inseriti sotto quella categoria per un errore di catalogazione oppure per una forzatura».

Le accuse

Ed è qui che si potrebbero configurare i reati contestati di peculato e abuso d'ufficio. «Dagli atti di indagine risulta che medici e infermieri del Punto vaccinale territoriale del poliambulatorio di via Pira, da febbraio a marzo 2021 - si legge nel decreto di perquisizione - abbiano vaccinato persone che non ne avevano diritto, circa una ventina dei vaccinati "irregolari" risultano essere stretti congiunti dei sanitari». Gli indagati si sarebbero «appropriati delle dosi di vaccino di cui avevano disponibilità ma che erano stati destinati ad altre categorie, indicate nel piano vaccinale della Regione». Le posizioni degli indagati potrebbero però essere molto diverse tra loro. Spetterà agli inquirenti individuare i ruoli di ciascuno, capire se ci sono responsabilità in riferimento a una o a tutte le operazioni di vaccinazione che in quella fase erano destinate solo «personale socio sanitario, personale delle Rsa, anziani e ultraottantenni».

I vaccinati

Molta attenzione anche per la posizione dei vaccinati a cui potrebbe essere contestato il concorso per il peculato ma anche il falso. Quando si viene vaccinati infatti devono essere compilate certificazioni, devono essere forniti dati sul proprio stato di salute e ovviamente devono essere date informazioni veritiere. Inoltre bisognerà valutare se i beneficiari dei favori erano consapevoli che quelle dosi erano destinate ad altri. E ancora ci potranno essere scenari diversi per chi riveste un ruolo pubblico che ha maggiori responsabilità e doveri. Tra le forze dell'ordine ci sarebbe stato chi non solo ha scelto il tipo di vaccino (Pfizer anziché AstraZeneca) ma addirittura ha fatto vaccinare i propri familiari.

La difesa

Nessun commento da parte dei sedici sanitari finiti sul registro degli indagati. I difensori (tra cui gli avvocati Rossella Oppo, Pierluigi Meloni, Gianfranco Siuni e Agostinangelo Marras) prima di qualsiasi mossa aspettano di conoscere e studiare gli atti. Al momento in mano hanno solo uno stringatissimo decreto di perquisizione. Le indagini sono aperte, le posizioni degli indagati potrebbero mutare quindi si va con i piedi di piombo e si aspettano ulteriori sviluppi.

Valeria Pinna

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