Stavano sistemando le statue del presepe, nel soppalco della sacrestia della chiesa. Ad un certo punto, rovistando all'interno di un vecchio scatolone, i volontari che si occupano della pulizia e dell'ordine della parrocchia si sono trovati tra le mani due antichi sportelli di tabernacolo dell'altare della parrocchia di Santa Sofia.

Una sorpresa inaspettata risalente al 1742 e che ha lasciato senza parole don Ignazio Serra: "Mai avrei pensato che nella nostra sacrestia si potessero nascondere questi due preziosi arredi che ora diventeranno parte attiva della nostra chiesa, testimonianza della storia della parrocchia".

Tutti a San Vero Milis, almeno così raccontano molti gli anziani del paese, credevano che gli sportelli fossero andati persi durante i lavori eseguiti all'interno dell'edificio negli anni Ottanta. In realtà però erano ben conservati.

"Il primo sportello, dove è evidente la pittura su metallo, è il più antico - spiega il parroco - rappresenta il Cristo risorto mentre fuoriesce dal sepolcro con alla base un angelo, come da indicazioni dettate dal Concilio di Trento per esprimere la fede nella presenza reale del Signore nell'eucarestia. Il secondo invece riproduce, in rilievo, un ostensorio. Con tutta probabilità, rimpiazzò il precedente nell'Ottocento per poi essere sostituito con l'attuale".

Don Ignazio ha comunicato il ritrovamento alla Soprintendenza: "Ora siamo in attesa di una risposta. Mi piacerebbe ammirare questi pezzi, una volta restaurati, in una teca, a vista, nella nostra chiesa. Meritano una degna dimora".
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