Anche l'arcivescovo di Oristano Roberto Carboni prende una ferma posizione sulla decisione del Governo di individuare in Marmilla una delle aree di stivaggio di residui nucleari.

"Nel messaggio per la 'Giornata mondiale della Pace' appena celebrata, Papa Francesco ci ha ricordato che 'i nostri piani e sforzi devono sempre tenere conto degli effetti sull'intera famiglia umana' - dice l'arcivescovo - ponderando le conseguenze per il momento presente e per le generazioni future. E ancora: 'la cultura della cura, quale impegno comune, solidale e partecipativo per proteggere e promuovere la dignità e il bene di tutti, quale disposizione a interessarsi, a prestare attenzione, alla compassione, alla riconciliazione e alla guarigione, al rispetto mutuo e all'accoglienza reciproca, costituisce una via privilegiata per la costruzione della pace'".

Monsignor Carboni osserva che nella Marmilla, una delle zone più spopolate dell'Isola, vanno incentivati altri investimenti, quali politiche di valorizzazione del territorio e di risorse turistiche e agro-alimentari. "Il referendum regionale del 2011 - ricorda - ha già espresso in modo inequivocabile la volontà dei sardi: la quasi totalità dei votanti si espresse per un no all'utilizzo della Sardegna come zona di stoccaggio dei rifiuti radioattivi. Pertanto, anche in questa fase iniziale di valutazione, è necessario che si tenga conto della volontà popolare. Siamo solidali e vicini a tutte le amministrazioni locali interessate e agli uomini e donne della Sardegna che chiedono dignità, giustizia, lavoro nel rispetto della vocazione della propria Isola a terra di accoglienza, famosa per la sua natura incontaminata".
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