Chiusi in casa in attesa di un tampone. Senza sapere quindi se durante la loro vacanza hanno contratto il temuto Covid-19. Per quattro vacanzieri di San Vero Milis il rientro dal loro viaggio in Grecia è diventato un incubo. Un'odissea che dura ormai da tre giorni. Da quando sono sbarcati all'aeroporto di Elmas, venerdì scorso alle 17.

«Vista la nuova ordinanza di Solinas che obbliga chi rientra dalla Grecia ad effettuare subito un tampone ci aspettavamo di essere accolti dagli addetti al servizio - racconta Marco Fenu, uno dei quattro viaggiatori - Peccato che di noi non si è preso carico nessuno».

L'ordinanza firmata dal presidente della Regione Solinas il 13 agosto dice infatti che i turisti che arrivano in Sardegna dopo aver transitato in Grecia, una volta arrivati in aeroporto, devono essere sottoposti subito al tampone. «Quando siamo arrivati a Elmas, nonostante la Regione sapesse del nostro rientro grazie alla registrazione sull'applicazione specifica, non c'era nessuno ad accoglierci - prosegue Fenu -. A quel punto abbiamo contattato i numeri verdi elencati su un cartello nella sala degli arrivi, ma nessuno ha mai risposto. Poi abbiamo chiesto informazioni all'addetto alla sicurezza che ci ha invitato a raggiungere l'area Covid. Peccato però che anche lì non era presente nemmeno un operatore».

Dall'ufficio di igiene pubblica di Cagliari contattato dai 4 sanveresi una signora ha spiegato che loro prendono in carico solo i pazienti residenti nella provincia di Cagliari. I quattro amici a quel punto sono rientrati nel loro paese.

Durante il tragitto da Cagliari a San Vero Milis hanno però iniziato a contattare l'ufficio igiene pubblica di Oristano. «Per tre giorni non ha risposto nessuno - aggiunge ancora il ragazzo -. Solo stasera, dopo che stamattina però mi hanno comunicato che per noi non c'erano operatori disponibili, hanno promesso che domani ci faranno il tampone». «Noi siamo a casa per rispetto della salute nostra e degli altri - conclude Fenu -. Ma ciò che stiamo vivendo è un paradosso. Inutile che la Regione firmi delle ordinanze se poi queste non vengono rispettate. Noi potevamo uscire liberamente in giro. Come avranno fatto in tanti, stufi di contattare gli uffici competenti. Invece stiamo ancora aspettando di effettuare il tampone».
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