La carenza di medici e di infermieri rischia di mettere in crisi non solo il pronto soccorso ma tutti i reparti del presidio ospedaliero di Oristano. Come ha denunciato il Cimo, il sindacato dei medici ospedalieri, nel mese di agosto, tra ferie e malattie, nel reparto di radiologia saranno in attività solo 4 medici. "Confermo che siamo in una situazione di vera emergenza - commenta Pierluigi Sulis, segretario provinciale del Cimo - dal 3 agosto saremo solo 4 radiologi al lavoro per tutto il mese, con le ferie già assegnate. Abbiamo il primario, Marcello Mocci, designato direttore Assl di Sassari, attualmente in malattia, il sostituto che non si occupa di urgenze, una collega che si è licenziata e un'altra in malattia. Non è possibile che si richiami chi aspetta da gennaio di usufruire delle ferie. La situazione è talmente grave che non ci sarà alcuna prestazione esterna - conferma Sulis - si potranno effettuare solo le urgenze di reparto o di pronto soccorso. L'esterno deve sapere che, anche se per urgenze, non potrà venire al San Martino se non attraverso il pronto soccorso".

Se si riescono a garantire i servizi per gli interni ricoverati, purtroppo non si riesce a sanare il pesante arretrato di esami e visite rinviate a causa della pandemia. Come aveva confermato di recente il direttore dell'Assl Mariano Meloni l'arretrato sfiora le 100mila prestazioni. Insomma, chi vuole usufruire dei servizi sanitari deve per forza rivolgersi ai privati, pagando cifre spesso pesantissime.

La vicenda del servizio di encoematologia è infine paradossale. Il responsabile del servizio Luigi Curreli, dopo il trasferimento di due colleghe, è rimasto da solo ad accudire negli ambulatori decine di pazienti ogni giorno da visitare. Non potrà andare in ferie, se non per una settimana, perché si rischia che l'Ats chiuda il servizio e non lo riapra più.
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