È una terra battuta dal vento di maestrale, il Sinis, Su Sinnis in lingua sarda. Notoriamente fertile, tanto da vantare verdura e frutta di qualità. Terra di pianura, caratterizzata da ettari di terreno coltivato a foraggere, grano, orzo, che in estate - complice l'arsura dei campi e la mietitura già avvenuta - regala tinte color oro che si sposano col verde della macchia mediterranea e poi, come ci si avvicina al mare, col celeste di un'acqua cristallina. Le spiagge del Sinis sono color del cielo, con sfumature turchesi man mano che l'orizzonte si fa più lungo e incredibili trasparenze se lo sguardo si accorcia.

THARROS E SAN GIOVANNI - Siamo nella costa occidentale della Sardegna. Benvenuti a San Giovanni e Tharros; Maimoni, Is Arutas e Mari Ermi (le tre spiagge gemelle uniche nel loro genere perché caratterizzate da quarzi bianchi al posto della sabbia); S'Anea Scoada, Putzu Idu, Su Pallosu, Sa Mesa Longa, Sa Rocca Tunda. Da una estremità all'altra, da Capo San Marco a Capo Mannu (regno del surf, per il quale è considerata location d'eccezione) abbracciando l'area di Is Arenas e dello stagno di Cabras, si estende una Penisola, la Penisola del Sinis, che offre una varietà di spiagge da far invidia a una rivista di viaggi-vacanza. Varie e originali, ognuna con proprie peculiarità, perfino con tipi diversi di sabbia che cambiano a distanza di pochi chilometri l'una dall'altra. Camminando sulla lingua di terra che divide Tharros, città fenicio-punica e poi romana, da San Giovanni (che prende il nome da una suggestiva chiesetta bizantina perfettamente conservata nella borgata) ci si trova letteralmente in mezzo al mare, con una caratteristica di non poco conto. Quello a sinistra, da cui sono visibili le rovine di Tharros, si chiama "mare morto" dato che è sempre calmo perché riparato dal vento di maestrale; quello a destra, al contrario, è fuori dal golfo di Oristano ed esposto al vento è più frequentemente agitato; non a caso si chiama "mare vivo".

I QUARZI BIANCHI DI IS ARUTAS - Le perle del Sinis, Maimoni, Mari Ermi e Is Arutas sono bianche come la neve, fatte di quarzi che illuminano la spiaggia e rendono l'acqua ancora più cristallina. Spettacolo della Natura che diventa dono per gli uomini, le tre spiagge sono divenute famose tanto da guadagnare le vette delle classifiche tra le più belle al mondo, menzionate nelle riviste e oggetto del desiderio di vacanzieri di tutte le nazionalità ed età. Il Sinis in fondo è anche questo: non un posto caratterizzato da resort di lusso, ma la meta ideale per chi cerca una vacanza selvaggia, all'insegna del relax o di una cura rigenerante per la mente e per l'anima. S'Anea Scoada dalla sabbia finissima e bianchissima, ne è l'emblema anche se negli anni il movimento delle maree ha sottratto sempre più metri di bagnasciuga. Putzu Idu è una baia incantevole che si estende fino a Mandriola. Adatta ai bambini perché caratterizzata da un fondale sabbioso che per decine di metri resta basso, è una delle piagge simbolo della zona.

L’Isola di Mal di Ventre (Archivio L'Unione Sarda)
L’Isola di Mal di Ventre (Archivio L'Unione Sarda)
L’Isola di Mal di Ventre (Archivio L'Unione Sarda)

L'ISOLA DI MAL DI VENTRE - Spiagge incantevoli, che guardano tutte all'Isola di Mal di Ventre, il cui vero nome era Malu Entu prima di un'italianizzazione che ne ha cambiato la toponomastica ma fortunatamente non le caratteristiche. Dista nove chilometri circa dalla costa ed è un sito di interesse comunitario, inclusa nel perimetro dell'Area marina protetta Penisola del Sinis - Isola Mal di Ventre. Tappa imperdibile di un viaggio per i mari del Sinis, si presenta disabitata, nuda nella sua bellezza, con meravigliose calette caraibiche: Cala Maestra e Cala Ponente ma anche Cala Valdaro (caratterizzata anch'essa da quarzi bianchi), Punta Libeccio e Cala dei Pastori.

Capo Mannu (Archivio L'Unione Sarda)
Capo Mannu (Archivio L'Unione Sarda)
Capo Mannu (Archivio L'Unione Sarda)

CAPO MANNU REGNO DEL SURF - Tornando sulla terraferma, Capo Mannu segna un confine che è anche punto di riferimento di uno sport acquatico che nel Sinis trova la sua fortuna: il surf. Conosciuto a livello nazionale, è meta di surfisti che qui si allenano e trovano rifugio. Da qualche anno a Putzu Idu si organizza la sagra del surf. Dall'altra parte di Capo Mannu, incastonate nella Natura come tre gioielli paesaggistici ci sono Sa Mesa Longa (che deve la sua fortuna a una tavola di pietra naturale a cui si arriva a nuoto e da cui deriva il nome, "la tavola lunga"), Su Pallosu e Sa Rocca Tunda, a testimonianza di una zona baciata dalla bellezza.
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