Chi passeggia lungo il centro storico di Cabras non può non notare che i tavolini, quelli tanto attesi dagli esercenti commerciali per poter lavorare utilizzando anche parte del suolo pubblico ai tempi della pandemia, sono presenti solo in alcune attività commerciali. Tradotto: il Comune, almeno per ora, non ha trattato tutti nella stessa maniera.

Ad alcuni operatori da circa dieci giorni è stato concesso il posizionamento di tavoli e sedie in strada, in modo da recuperare i posti persi dentro il loro locale per via del distanziamento sociale da rispettare. Ad altri invece no. E in tanti protestano.

«È chiaro che tutti preferiscono andare nei locali dove è possibile sedersi all'aperto - si sfoga Luisa Garau, titolare di un bar -. Tutto questo è assurdo. In Comune mi hanno riferito che devo avere pazienza perché i soldi per acquistare i dissuasori per l'allestimento degli spazi sono finiti. Ma la cosa che mi fa più rabbia è che nella via dove si trova il mio bar sono in corso i lavori per asfaltare la strada e l'intervento non finisce prima del 30 giugno».

Alzano la voce anche i consiglieri della minoranza. Con un'interrogazione chiedono «come mai gli spazi sono stati concessi 43 giorni dopo la pubblicazione del Dcpm del 19 maggio che disponeva ai Comuni la possibilità di poter concedere aree pubbliche alle attività e quanto tempo deve passare ancora per i bar che ancora non hanno avuto la possibilità?». Il sindaco Andrea Abis: «Hanno presentato domanda 24 attività e, di queste, 13 hanno già ottenuto lo spazio richiesto. Abbiamo dato una risposta alle criticità manifestateci dalle attività commerciali con un'azione immediata e concreta. E lo abbiamo fatto strutturando un progetto di concessione dello spazio pubblico in presenza di traffico veicolare. Entro una decina di giorni completeremo tutto».
© Riproduzione riservata