False fatture a nome della società Uraki e un’evasione fiscale di 577mila euro. Accuse pesanti per il notaio oristanese Luigi Ianni che oggi è comparso davanti al giudice del Tribunale di Oristano dopo una lunga inchiesta delle fiamme gialle. Secondo l’accusa, il professionista avrebbe messo in piedi un’ingente frode fiscale emettendo fatture (a nome della società) che servivano a sé stesso per diminuire l’imponibile da tassare.

Il processo è entrato nel vivo e l’udienza è stata interamente dedicata a ricostruire le varie fasi di indagine. Il pubblico ministero Daniela Caddeo ha chiamato come testimone il maresciallo della Guardia di finanza Marco Casu che ha seguito l’inchiesta e partecipato alla perquisizione nello studio notarile di via Vittorio Emanuele, nel maggio di tre anni fa.

Il finanziere ha ricordato che era stata fatta una perquisizione nell’ufficio e anche una personale al notaio. Sono state ricostruite le varie verifiche, mentre i difensori Italo e Michele Doglio hanno insistito sul fatto che non sono mai stati ritrovati pagamenti della Uraki firmati dal notaio e hanno rimarcato come per la perquisizione nello studio i finanzieri si siano mossi in forze: ben nove agenti.

A riguardo Ianni ha voluto rilasciare dichiarazioni spontanee: "I finanzieri per due ore mi hanno impedito di lavorare, tant’è vero che chiamai i carabinieri per illustrare la situazione in cui mi trovavo. I militari non intervennero perché c’erano già altre forze dell’ordine".

Valeria Pinna
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