Ziu Michei ha corso per l'ultima volta.

Trasportando la bandiera rossa, quella che avvolgeva la sua bara. Cabras oggi ha salutato Michele Camedda, decano dei curridoris. Attorno a lui tanti Scalzi che hanno voluto omaggiare il loro angelo custode con il saio bianco e a piedi nudi. Lo stesso che indossano in occasione della corsa, il primo fine settimana di settembre. Tenendo il feretro in spalla, a turno. "Per noi è un dovere essere qui al suo funerale" dicono con gli occhi pieni di lacrime.

Camedda aveva 93 anni. Le sue gambe per 47 volte hanno trasportato il simulacro di San Salvatore da Cabras all'antico villaggio. Sino a 80 anni compiuti. Per tutti è un'immagine insolita. Sembra di essere tornati indietro di due mesi quando nel centro storico del paese si sentivano i mortaretti che annunciano l'arrivo del Santo trasportato per otto chilometri dai 900 curidoris.

La bara per tutta la messa è rimasta in mezzo alla navata centrale. A poca distanza c'è il simulacro di San Salvatore: "Chissà se si sono salutati - ha detto dall'altare don Bruno Zucca -.Ora ziu Michei ha terminato la sua corsa, con serenità". Improvvisamente dentro la chiesa rimbomba un lunghissimo applauso.
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