La mamma, originaria della Marmilla, ha potuto sentire per pochi istanti la voce dei bambini che martedì mattina le sono stati portati via e sono stati rimpatriati in Francia, dove vive il padre.

Una telefonata di appena tre minuti ma che, come ricorda la sorella maggiore della madre, "è stata comunque importante perché abbiamo sentito i bambini, anche se la telefonata non è avvenuta alle condizioni che avevamo chiesto noi".

La famiglia infatti aveva chiesto (tramite un messaggio inviato al padre) di parlare con i bambini di 11 e 5 anni in presenza di un assistente sociale ma sembra che non ci fosse alcun operatore al momento della chiamata.

I piccoli sono tornati in Francia su disposizione del Tribunale dei minori di Cagliari che ha disposto il rimpatrio in base alla Convenzione dell’Aja, secondo cui i figli devono stare nel paese in cui risiedono. L’avvocato Anna Maria Busia, che assiste la mamma, ha chiesto la revoca del provvedimento, contesta le modalità seguite per il rimpatrio dei minorenni anche perché la madre non era stata avvisata.

Inoltre la donna, che dopo anni di abusi a settembre era scappata dall’ex compagno violento, non si era opposta al rimpatrio dei bambini ma aveva chiesto di posticipare la partenza e consentire ai piccoli di finire la scuola.

Così non è stato e adesso gli avvocati annunciano battaglia, mentre in Marmilla cresce la mobilitazione: i compagni di scuola e della squadra sportiva stanno tappezzando il paese con manifesti in segno di solidarietà.
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